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Risposta del Camping Cig alle proposte dell’Amministrazione Comunale

Risposta del Camping Cig alle proposte dell’Amministrazione Comunale

Pubblicato il 26 Febbraio, 2021

Abbiamo letto le proposte dell’Amministrazione Comunale di Piombino contenute nel documento denominato “Patto per Piombino” con il quale si intende attingere ai fondi europei previsti nel Recovery Fund next generation UE con la supervisione della Regione e dei ministeri competenti.

Pur apprezzando lo sforzo non possiamo esimerci da alcune critiche metodologiche e di merito, prima di fare alcune nostre proposte. Ci chiediamo inoltre come l’Amministrazione Comunale porterà avanti le proposte elaborate per quanto attiene la loro stesura, con quali tempi e con quali canali saranno portate all’attenzione del Ministero affinché siano inserite all’interno del Recovery Fund e che rapporto esiste con le proposte già presentate alla Provincia (su cui non è stato fatto nessun confronto con la città) e inglobate in un unico documento reso pubblico?

Abbiamo notato una eccessiva genericità che può determinare il non accoglimento delle proposte presentate nei vari campi di azione possibili ed inoltre una parziale non centratura rispetto al Recovery Plan che ogni singola nazione deve avere e che la UE ha delineato con minuziosa attenzione quali:

1 Digitalizzazione suddivisa tra P.A., produzione e turismo/cultura

2 Rivoluzione green suddivisa in economia circolare, mobilità locale sostenibile, efficienza energetica, innovazione rete idrica

3 Mobilità sostenibile per alta velocità ferroviaria, manutenzione stradale e intermodalità

4 Istruzione e Ricerca con potenziamento delle competenze, recupero dispersione scolastica, ricerca e rapporto con le imprese

5 Inclusione e Coesione con politiche attive del lavoro, infrastrutture sociali, coesione territoriale

6 Salute con assistenza domiciliare, telemedicina e digitalizzazione assistenza sanitaria.

Inoltre l’UE chiede che in ogni singolo progetto debba essere presente la motivazione, il tipo di cambiamento che comporta, i tempi ed i modi per realizzarlo, i costi, le potenzialità occupazionali future, ecc. e tutto questo a nostro avviso non è ne analizzato ne accennato.

Altra considerazione che ci sentiamo di fare è l’eccessiva preponderanza data al centro abitato di Piombino rispetto a tutte le sue frazioni esterne, le attività agricole, le attività come quella dei Parchi, ecc. che coinvolgono l’intera Valle del Cornia.

I punti che riteniamo più “facilmente” accettabili dall’UE sono le bonifiche, la mobilità sostenibile (privilegiando il ferro e per le strade indispensabile la loro costruzione con materiali riciclabili) e la riconversione green dell’industria, ma necessitano di maggiore puntualizzazione nella progettazione per avere maggiori possibilità di accesso ai finanziamenti del Recovery Fund. Notiamo che nel documento dell’Amm. Com. molti settori risultano assenti quali la digitalizzazione nei vari settori, economia circolare, progetti per rendere ecocompatibili le industrie locali, efficienza energetica, miglioramento della rete idrica, la riduzione della dispersione scolastica e il miglioramento delle competenze di ogni singolo cittadino nell’ottica della formazione continua; da qui la necessità dell’instaurazione di un rapporto stretto con Università e centri studi, organizzazioni di categorie sia datoriali che dei lavoratori in merito alle politiche attive del lavoro e di coesione territoriale senza dimenticare (e ne abbiamo viste le mancanze in tal senso con la pandemia) gli aspetti sanitari locali.

Proprio su questi argomenti e dettagliandoli meglio suggeriamo di lavorare nel poco tempo a disposizione assieme a tutti gli Enti Competenti nei vari settori nonché la necessità di creare un collegamento con tutti i Comuni della Val Di Cornia e dell’Alta Maremma per individuare progetti Comuni che così avrebbero maggiore possibilità di successo (rete idrica, protezione della costa, sviluppo della Parchi della Val di Cornia, sviluppo dell’Oasi WWF, dissesto idrogeologico, protezione e gestione delle spiagge, 398, ecc.).

Molti dei punti toccati dal prospetto dell’Amm.Com.le (Infrastrutture stradali, ferroviarie e portuali) potrebbero anche trovare accoglienza nei fondi strutturali del bilancio 2021-2027 dell’Ue sempre che anch’essi siano supportati da progetti puntuali ambientalmente innovativi e sostenibili, chiari con obiettivi verificabili e non generici e apportatori di occupazione buona e di lunga durata.

Ci permettiamo di suggerire,oltre a quelli già indicati nei paragrafi precedenti, di puntare sulla ricerca di soluzioni per Piombino sia all’interno che all’esterno del Ricovery Fund quali ad esempio i Lavori di Pubblica Necessità (secondo il progetto innovativo da noi già presentato ed accettato all’unanimità dalla Amministrazione Comunale per approfondirlo) quali la manutenzione ed il rinnovo della rete idrica ( sono presenti numerose perdite, ricordiamo inoltre che abbiamo tubazioni vetuste e in alcuni tratti ancora costruite con materiali contenenti amianto) e il recupero di spazi urbani per finalità socio culturali.

Per quanto riguarda il Porto riteniamo che il suo potenziamento debba passare dall’implementazione del trasporto di merci verso il Mediterraneo Occidentale oltre allo sviluppo dei trasporti di linea e turistici. Inaccettabile ad esempio la situazione odierna che vede i traffici verso Corsica e Sardegna passare per la quasi totalità dal porto di Livorno. Va preso in considerazione che le nuove aree retroportuali debbano essere utilizzate per permettere la diversificazione economica con attività innovative ad alta capacità occupazionale e non impattanti sul territorio, ricordiamo che lo stesso porto è adiacente alla città e che molte delle attività in via di sviluppo, come il porto turistico nella Chiusa, ne escludono altre ad alto impatto ambientale. Riteniamo che dedicare ampi e preziosi spazi a stoccaggio delle auto da spedire non sia conveniente perché portano una minima occupazione.

Il futuro della fabbrica non può essere liquidato in pochi trafiletti quasi con fastidio. L’intervento maggioritario (almeno con il 51%) dello stato è essenziale per portare ad una vera rivoluzione green della stessa fabbrica, cosa che Jindal non è in grado o non vuole fare. Il Recovery Fund potrà essere utilizzato per integrare gli investimenti che permetteranno la costruzione di Forni elettrici di ultima generazione nella macro area Nord, permettere di adottare all’interno della stessa fabbrica soluzioni di economia circolare per trasformare le scorie in nuova materia utilizzabile in vari settori, permettere lo spostamento del Treno rotaie. Questo consentirà anche l’attuazione della 398 secondo il percorso che segue la linea ferroviaria.

Si potrebbero aprire prospettive di verticalizzazioni nell’ambito produttivo e di ricerca e sviluppo metallurgico con Università e facoltà specifiche. Per raggiungere tale obbiettivo è necessario una progettazione Nazionale per la Siderurgia.

L’idea di un parco di archeologia industriale, fonte di cultura ed attrattiva turistica, da noi più volte proposta nelle future aree dismesse da Jindal è condivisa dall’Amministrazione Comunale. A questo proposito riteniamo che l’Altoforno non debba essere smantellato e rivenduto a pezzi da JSW perché l’Altoforno rappresenta il simbolo di una storia siderurgica millenaria.

Ribadiamo che il futuro di Piombino potrà essere un mix di siderurgia green, piccola e media industria sia collegata alla siderurgia che non, logistica ed attività portuali, turismo di vario genere, cultura, attività ittiche e agricoltura di qualità con filiere di trasformazione e commercializzazione innovative. La diversificazione è fondamentale per uscire da qualsiasi monocultura che può esporci nel futuro a situazioni di crisi come quella che stiamo oggi vivendo.

Accenniamo ad alcune esempi, dei molti possibili, direttamente collegabili alle linee del Recovery Fund, che l’Amministrazione con la propria struttura tecnica potrebbe considerare ed eventualmente sviluppare:

1)Dotare la città di una propria rete di monitoraggio della qualità dell’aria che comunichi di continuo i valori dei principali fattori inquinanti: ossidi di azoto, ossidi di carbonio, polveri, ecc. Tale rete dovrebbe monitorare le aree industriali compreso la zona delle discariche ed il porto dove spesso l’aria è irrespirabile. Parallelamente dovrebbe essere potenziata la generale dotazione strumentale e quella relativa al personale dell’ASL e dell’Arpat per rendere attuabili dei piani di intervento immediati in caso di sforamenti dei livelli ammessi dalla legge. Tale potenziamento insieme a studi epidemiologici permetterebbero inoltre di incrementare la capacità di fare proposte per prevenire le malattie (che coinvolgono anche i cittadini ) e gli infortuni originati dagli attuali modi di organizzare lavoro e produzione.

2) Nel porto si potrebbe puntare alla elettrificazione delle banchine per permettere alle navi in sosta di tenere spenti i motori diminuendo il notevole inquinamento atmosferico originato da combustibili altamente inquinanti. Ormai è noto che senza il raddoppio della ferrovia il porto non si potrà sviluppare e questo obiettivo, così come la strada, va presentato come irrinunciabile ed urgente. Non possiamo puntare ad avere finanziamenti per poi avere in futuro il progetto, in questo modo non avremo ne l’uno ne l’altro.

Nel porto e nel mare antistante si stanno sviluppando attività che hanno nella qualità dell’acqua un indispensabile prerequisito, si pensi agli allevamenti del pesce nel golfo e nella chiusa e al porto turistico.

Dobbiamo orientare le realtà industriali presenti come la PIM verso la cantieristica sollecitando l’abbandono da un lato dell’irrealizzabile progetto delle demolizioni navali e dall’altro non accettando che la banchina in concessione resti da anni del tutto inutilizzata se non per fini di puro ripiego (vedi cassoni Costa Concordia).

Le nuove aree retro portuali possono essere utilizzate per la cantieristica e lo sviluppo della filiera dei frutti del mare (logistica ma anche per media imprese capaci di trattare, confezionare ed esportare il pescato ). Ugualmente per rendere possibile lo sviluppo del trasporto delle merci verso l’intero Mediterraneo Occidentale dobbiamo liberare altre aree retro portuali attualmente inutilizzate. A questo proposito come vedremo in altri casi dobbiamo sapere collegare tale scelta con le bonifiche.

Anzi avremo le bonifiche solo se capaci di dare a tali territori altri usi e da questi determinare gli obiettivi di bonifica. Ricordiamo che solo con un progetto che metta in evidenza lo strettissimo legame tra bonifiche e sviluppo ci consentirà di sperare di ottenere entrambi. Fare prima le bonifiche per poi decidere in seguito come utilizzare gli spazi bonificati oltre che essere un’idea illogica non trova alcuno spazio attuativo nel Recovery Fund. Senza progetti non avremo le bonifiche.

3)Vogliamo fare un altro proficuo e quanto mai utile collegamento tra un progetto quale il secondo lotto della 398 fino al porto e le condizioni necessarie a reperire i finanziamenti.

Vogliamo affermare come premessa che tale strada non è soltanto funzionale alle esigenze del porto ma indispensabile a tutta la città.

Vi sono circa 500.000 metri cubi di scorie siderurgiche presenti nel SIN e per la maggior parte si trovano in aree rientrate in possesso al Demanio di bonifica. Studi effettuati da INVITALIA hanno affermato che la soluzione di toglierli e portarli in discarica è quella più costosa ed a maggiore impatto ambientale. L’Europa individua le discariche come un fattore altamente negativo che ritarda l’economia circolare. Quale migliore occasione di utilizzarli nella costruzione della 398 ? Vi sono ditte del territorio già attrezzate e con impianti funzionanti capaci di fare questo e che hanno ottenuto dal demanio terreni dove esercitare la trasformazione del rifiuto industriale. Di nuovo abbiamo voluto sottolineare la necessità di collegare un progetto con l’economia circolare o il risparmio delle materie vergini che altrimenti proverrebbero per la maggior parte dalle Cave di Campiglia compromettendo un delicato equilibrio naturale oltre che penalizzare lo sviluppo archeo-turistico e paesaggistico.

Con la doppia ferrovia e la strada diritta fino al porto lo sviluppo dei traffici navali si intensificherebbero naturalmente. La strada 398 secondo il percorso più breve che attraversa la fabbrica e non costeggia il centro abitati del Cotone deve essere completata in una unica realizzazione e non in due lotti insieme al raddoppio della ferrovia fino al porto devono essere immediatamente inserite nelle proposte del Recovery Fund della Provincia di Livorno da aggiungere alle opere essenziali che danno un senso al “Lotto 0” della Tirrenica al pari di quanto ha presento a questo scopo il Comune di Livorno.

4) L’idea di spostare la fabbrica nella macro area Nord è da noi sempre stata portata avanti ed i motivi non sono soltanto quelli indicati dal Sindaco, che riguardano la restituzione alla città di indispensabili aree da dedicare agli usi accennati, motivi che sono inerenti anche la possibilità di ricostruire una fabbrica moderna e competitiva. Vogliamo sottolineare come si ponga di nuovo il problema della vera bonifica da compiere nelle aree liberate dalla fabbrica.

Altro motivo che ci lascia perplessi e su cui non siamo d’accordo è la trattativa in corso con Fintecna e Lucchini in Amm.Str. per quantificare ed ottenere subito un ristoro economico che le sottragga da qualsiasi futuro costo di bonifica, in quanto estremamente difficile quantificarne i costi e a maggiore ragione di fronte ad eventuali nuovi ritrovamenti quali i carri siluro sotterrati di fronte al Cotone scoperti ultimamente.

Pur ritenendo che JSW debba essere allontanato dalla proprietà, nel frattempo utilizzando gli strumenti di legge che tutela la salute pubblica ci mette a disposizione, dovremo obbligarlo a smantellare la cokeria piena del pericoloso amianto ed i rimanenti impianti inutilizzati. Se il privato non provvede e continua con la sua tattica dilatoria per non cedere le aree sarà lo stato che dovrà farsene carico ed il costo anche in questo caso non si può quantificare in una tantum tombale.

Chiediamo che questo nostro contributo come gli altri che arriveranno siano messi a disposizione di tutti pubblicandoli sulla pagina del Comune, come chiediamo che tutti possano leggere ogni altra idea che giungerà all’indirizzo indicato dal Sindaco da parte di qualsiasi altro soggetto.

Coordinamento Art.1-Camping CIG

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