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Robert Pricopi

Robert Pricopi, il padre assiste in barella al funerale del figlio: “Dovevo esserci per forza”

Pubblicato il 5 Giugno, 2023

“Chi era Robert Pricopi? Un ragazzo speciale, giovane, pieno di vita e di sogni. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, modi gentili, un grande mondo interiore da scoprire ed esprimere, grazie alla sua passione per la musica…”. 

Così la sindaca di Codigoro Alice Zanardi parla con voce commossa. 

Lo scorso 15 maggio questo paese di 11.000 abitanti accanto al Delta del Po è stato teatro di una terribile tragedia sul lavoro. Nel primo pomeriggio, in una discarica gestita da Area Impianti, gruppo internazionale che opera nel settore dell’energia pulita, il cestello di una piattaforma aerea impegnata in lavori di bonifica si è rovesciato facendo precipitare nel vuoto tre operai romeni che da anni vivevano a Codigoro: due morti e un ferito grave, ricostruisce il Corriere.

Una delle vittime era proprio Robert, vent’anni. L’altro che ha perso la vita si chiamava Ionel Costin e era un cinquantenne. L’unico sopravvissuto a quella caduta si chiama Fanel e ha 48 anni. 

È il papà di Robert e nonostante nei prossimi giorni debba sottoporsi un delicato intervento chirurgico, per via delle diverse fratture alle gambe causate dall’impatto, ha voluto assolutamente esserci all’ultimo saluto dato al suo ragazzo, giovedì scorso nella piccola chiesa ortodossa di via Carlo Mayr a Ferrara.

Di quella cerimonia, giornalista e fotografo della Nuova Ferrara hanno raccolto voci e una foto toccante, dolente, un’istantanea che racconta tanto, molto, del mondo del lavoro in Italia dove ogni giorno sono circa tre le vittime di infortuni mortali.

Robert Pricopi

Fanel era davanti all’altare, disteso su una lettiga ortopedica. Era appena arrivato dall’ospedale, trasportato dai volontari della Croce Blu. Il gesso su entrambi i femori, accanto a lui il feretro del figlio coperto di rose gialle. In mano una foto di Robert, la stessa che poggiata sulla bara.

Ogni tanto, “pudicamente, si asciuga gli occhi umidi quando viene proiettato un filmato in cui Robert – scrive così Alessandra Mura nelle pagine della Nuova accompagnate dalle foto di Filippo Rubin – sorride, gioca, posa in gruppo con gli amici, vive”.

“Dovevo per forza esserci oggi…”, lo hanno sentito sussurrare.

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Robert Pricopi

Poi c’è anche l’aspetto giudiziario della vicenda. I tre operai, dipendenti dell’impresa Coopersystem di Pontemaodino, erano impegnati in un’attività di bonifica da eternit all’interno del polo “Crispa” gestito da Area Imp. La pm di Ferrara Isabella Cavallari ha indagato quattro persone: oltre al titolare della ditta per cui i tre operai stavano lavorando, anche due tecnici (chi periziò la gru e chi fece manutenzione) e, dramma nel dramma, ma stando a fonti giudiziarie si tratterebbe di un atto dovuto, pure lo stesso Fanel, come capocantiere.

Robert era stato portato d’urgenza all’ospedale Maggiore di Bologna e Ionel Costin al Bufalini di Cesena, entrambi in condizioni molto serie. Fanel era stato ricoverato all’ospedale di Cona con un quadro meno grave. L’agonia di Robert è stata brevissima, è sopravvissuto appena un giorno, mentre il cuore di Ionel ha cessato di battere il 25 maggio.

La generosità dei genitori del giovane non ha limiti. I suoi organi sono stati donati e serviranno alla sopravvivenza di qualcun altro. Il resto sta nelle parole pronunciate da padre Vasil durante l’omelia. “Mi aspettavo di vedervi così numerosi perché Robert — ha ripetuto anche al Corriere il prete ortodosso – era un bravo ragazzo, e una persona buona è come una calamita che attrae altre persone”. Appassionato di musica, il giovane animava con altri coetanei il gruppo degli Sly Kids con il quale aveva partecipato a diversi festival.

Ai funerali c’erano anche mamma Lilica, la sorella Alexandra, i nonni e la zia e poi tanti amici, quelli con cui, racconta la sindaca, condivideva “l’arte, la musica, il rap e i pomeriggi al Centro Sociale di Codigoro”, che hanno indossato una maglietta con stampata la sua foto, attaccata anche sul colletto delle t-shirt. Su Facebook, la prima cittadina piange ancora: «Li senti parlare questi giovani uomini del domani, senti tutto il loro entusiasmo, le idee e la speranza che si fanno spazio in ogni angolo di sguardo e di parola e ricominci a vivere e a sperare con loro, e poi, improvvisamente, la fine”.

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