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Rocco Casalino

Rocco Casalino: “Conte l’ho creato io”

Pubblicato il 28 Febbraio, 2023

“Mio padre era un maschio del sud, molto virile, dominante. A proposito di assomigliare, non gli assomigliavo ecco, non ero il figlio che somiglia al papà, e questa cosa per lui era un problema. Faceva una serie di giochini per scoprire la mia omosessualità, ma io non ci cascavo perché sapevo che se lo avessi ammesso sarebbe stato peggio. Io ero sicuro che avrei avuto la vita impossibile. Anche per questa situazione la consapevolezza per me è arrivata molto tardi, ho fatto molta fatica ad accettarmi”.

Così Rocco Casalino, responsabile comunicazione del M5S, registrando la puntata di Belve in onda questa sera su Rai 2.

L’ex Grande fratello rievoca la vita difficile avuta con il padre violento in famiglia, soprattutto contro la madre, e dice di “non riuscire a perdonare”. E poi, come nel tempo, abbia vissuto il proprio rapporto con ragazzi e ragazze.

“Fino a 35 anni ho avuto una ragazza con cui facevo regolarmente sesso e a un certo punto mi ero convinto che la mia fosse una sorta di bisessualità e che potevo reggere una vita da eterosessuale – dice Casalino – Anche perché avevo desiderio di una vita famigliare, dei figli. Ho insistito con tutte le mie forze ad essere etero, ho fatto sesso con centinaia di donne. Sembra strano? Anche a me”.

Casalino ha poi parlato di politica. Pentito di non essersi candidato nel 2022, promette di farlo la prossima occasione. Dopo aver ricordato di essere sempre stato di sinistra, vicino a Rifondazione comunista di Fausto Bertinotti e poi ai Ds, e con il M5S da quando nasce, il racconto è sulle sue origini nel Movimento.

“Non ho mai avuto protezioni nel M5S, sono partito dal basso, come addetto stampa a titolo gratuito ed è così che ho potuto dimostrare le mie capacità, Casaleggio mi ha notato e divento persona molto vicina a lui, che era straordinario e non aveva pregiudizi, per questo dovrò ringraziarlo sempre. È una delle pochissime persone che mi ha fatto sentire accettato per le mie qualità professionali e per il mio talento nella comunicazione, e per questo lo dovrò ringraziare per tutta la vita”.

“Quanto mi deve Conte? Parte della mia vanità direbbe che ci sono io dietro ma non è così. La mia capacità è valorizzare le caratteristiche di una persona. Sicuramente, nella prima fase l’ho aiutato in una comunicazione più semplice, a far trasparire il lato umano, ma il merito è tutto suo. Ci dobbiamo entrambi qualcosa, io ho imparato moltissimo da lui, sono cresciuto molto con lui e sono cambiato e credo che qualcosa lui ha preso da me. Ci siamo stati utili entrambi”. E alla domanda se oggi si senta abbandonato da Conte, Casalino risponde: “Non mi sento abbandonato. Ha un ruolo diverso ma la sua comunicazione la curo ancora. Non esiste più il ruolo di portavoce, nessuno lo ha. Non c’è stato nessun allontanamento”.

Mentre a proposito del cosiddetto Codice Rocco, ovvero le condizioni dettate per consentire le partecipazioni dei Cinque Stelle sui media, Casalino racconta: “Il Codice Rocco non esiste. Io ero bravo nelle trattative e rifiutavo i pollai televisivi in cui vince chi urla di più e io non volevo mandare le nostre persone in una sorta di spettacolo. Chiedevo di creare una situazione in cui poter parlare di contenuti. Prepotente? No, era rispetto per il Movimento, che voleva essere rispettato, e non prestarsi per fare ascolti. Chiedo giornalisti prestigiosi non provocatori”.

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