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Roma, uccide la moglie e si suicida facendo harakiri. Giallo su una lettera

L’uomo autore dell’omicidio-suicidio è un docente molto conosciuto a livello internazionale.

Pubblicato il 29 Aprile, 2022

Un nuovo caso di omicidio-suicidio vede per protagonisti due coniugi giapponesi, per un fatto accaduto sulla collina Fleming a Roma. Tetsuo Sakamoto, 92 anni, avrebbe prima ucciso la moglie Eiko, 90 anni colpendola alla testa con un oggetto contundente e poi avrebbe fatto Harakiri, tagliandosi il ventre con un coltello in seguito al suo ingresso nella vasca da bagno. Gli investigatori del Commissariato di Polizia di Ponte Milvio a Roma hanno trovato i due anziani coniugi senza vita dentro casa.

Al momento non è stata esclusa nessuna ipotesi, a segnalare il tutto agli agenti è stata la nuora e nella giornata di ieri è stato sentito dagli agenti il giovane badante della coppia, che ha lasciato l’appartamento alle tre di notte per andare a lavorare in un negozio di gelati. Il badante ha riferito agli investigatori che al momento dell’uscita dall’abitazione dei due essi erano ancora vivi.

Su un tavolo è stata ritrovata una lettera con degli ideogrammi giapponesi e in seguito, previo intervento di un in interprete per la traduzione, è stata effettuata una perizia per accertare che essa sia stata scritta da uno dei due e non da un terza persona. Quel che sembra essere certo è che la donna avesse recentemente dei problemi di salute e che questo sarebbe stato il movente che avrebbe spinto l’uomo a ucciderla.

Secondo le informazioni rese note da alcune persone che li conoscevano i due erano molto stimati e non lasciavano presagire affatto un epilogo di questo tipo. Sakamoto era un docente molto conosciuto a livello internazionale, aveva insegnato all’università L’Orientale di Napoli e aveva scritto dei saggi sulla cultura nipponica post Hiroshima.

La tecnica del suicidio tipica giapponese, l’Harakiri

Il suicidio rituale giapponese ha radici molto antiche, in quanto risale al tempo dei samurai, e viene comunemente eseguita attraverso il taglio del ventre, luogo del corpo in cui secondo i giapponesi ha sede l’anima. L’intento è quindi quello di punire e pulire la propria anima dalla colpe che ognuno ha per mantenere il proprio onore anche dopo la morte.

Immagine di repertorio

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