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Roma, via Duilio Cambelotti, gestivano traffico di sostanze stupefacenti “in famiglia” con un guadagno di circa 30 mila euro al mese

4 le misure eseguite dalla Polizia di Stato nei confronti di un noto clan della capitale

Pubblicato il 14 Gennaio, 2021

4 le misure eseguite dalla Polizia di Stato nei confronti di un noto clan della capitale

Madre, figlio, cugina e compagna del figlio tutti appartenenti ad un clan ben noto nella capitale. L’organizzazione era consolidata e ben strutturata, i clienti, telefonicamente  si accertavano della disponibilità della droga e, in caso positivo venivano dirottati o al quarto piano, dalla cugina o all’ottavo piano, appartamento  abitato o comunque dove erano presenti la compagna e la madre. Al centro sempre lui S.B., 28enne romano arrestato nel febbraio del 2020 dagli agenti del VI Distretto Casilino, diretto da Michele Peloso, perché trovato in possesso di alcuni grammi di cocaina e ben 32.600 euro in contanti, oltre a manoscritti riportanti nomi e cifre e sostanza atta al taglio e al confezionamento della sostanza. Da lì gli agenti, avendo intuito che lo stesso potesse aver messo in piedi un’associazione dedita allo spaccio di eroina – in concorso con i propri familiari, avevano avviato un’attività investigativa fatta di intercettazioni telefoniche ed ambientali.

Hanno così ricostruito la struttura organizzativa del sodalizio che gestiva la piazza di spaccio, arrestando nel corso delle indagini, sempre per spaccio di eroina, M.S la madre 43enne, due volte la cugina, N.A di 22 anni e lo stesso S.B. che ai domiciliari continuava a spacciare dalla finestra della sua cucina. Accertata la responsabilità di ogni singolo componente all’interno della struttura criminale, hanno chiesto all’Autorità Giudiziaria competente misure cautelari a loro carico. Tenuto conto dell’ingente guadagno quantificato in almeno 30 mila euro mensili, nonchè degli arresti avvenuti durante l’indagine, lunedì scorso i poliziotti hanno eseguito le misure disposte dal Tribunale di Roma.

M.S e S.B, madre e figlio sono finiti in carcere, P.M. la compagna di S.B., ai domiciliari e per N.A, la cugina, è scattato l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

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