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Sanremo 2024, scoppia il caso John Travolta: dal ballo del Qua Qua alla pubblicità occulte alle scarpe

Pubblicato il 8 Febbraio, 2024

Non c’è Sanremo senza polemiche e così, dopo la “querelle” Amadeus-Sinner, nell’occhio del ciclone ci è finito suo malgrado John Travolta. Gli spunti per la polemica sono stati principalmente due: il ballo del Qua Qua ballato da John Travolta e l’inquadratura quasi ossessiva delle scarpe di un noto brand indossate da John Travolta.

Il ballo del Qua Qua

In molti hanno criticato la scelta di far ballare all’attore statunitense, protagonista di film cult come “Grease”, “La febbre del sabato sera” e “Pulp Fiction”, il ballo del Qua Qua. La questione è stata subito affrontata da Fiorello durante la trasmissione “Viva Rai2 Sanremo”: “Lo affrontiamo subito, lo affrontiamo dopo o non lo affrontiamo per niente? Abbiamo fatto una delle gag più terrificanti della storia della televisione italiana!”.

Poi, rivolgendosi ad Amadeus che era al suo fianco, ha detto: “Tu non sai niente perché non c’eri. Mentre tu dicevi “Codice 01”, io stavo ricevendo gli insulti! Io mentre la facevo, già avevo previsto tutto, pensavo ‘Qui è la fine delle nostre carriere!’. Noi volevamo fare una cosa ironica, ma già quando eravamo andati in camerino, avevo capito l’antifona”.

Poi Fiorello ha specificato: “Noi pensavamo che la gente dicesse ‘Guarda, fanno fare il Ballo del Qua Qua a John Travolta!’ e invece c’è gente che si è arrabbiata come se avessimo ammazzato qualcuno! Era una gag venuta male”, per poi chiudere così la questione: “Chiuso l’argomento, ci assumiamo le nostre responsabilità”.

Il caso delle scarpe

Altro caso è quello della presunta pubblicità occulta andata in onda sul palco dell’Ariston, quando sono state inquadrate ripetutamente le scarpe U-Power indossate da John Travolta, che tra l’altro è anche testimonial del brand. Si tratterebbe di un modello in vendita che l’attore, dietro un lauto compenso, avrebbe indossato. Inoltre in prima fila c’era Franco Uzzeni, presidente dell’azienda, e sui social sono state ricondivise tutte le inquadrature delle scarpe con la scritta “in anteprima le nuovissime scarpe”.

Prontamente il Codacons, dopo aver messo nel mirino le presunte pubblicità ingannevoli di Chiara Ferragni, è intervenuta presentando un esposto ad Agcom e all’Antitrust. “In fatto di pubblicità occulta e cachet esorbitanti – ha dichiarato il Codacons – la Rai perde il pelo ma non il vizio. L’attore risulterebbe infatti essere legato da rapporti commerciali all’azienda di calzature U-Power, e proprio ieri, nel corso del suo intervento al Festival, avrebbe indossato un modello di scarpe del marchio di cui è testimonial, scarpe più volte riprese in primo piano dalle telecamere Rai”. Il Codacons, almeno per il momento, dovrebbe però chiedere spiegazioni solo sull’accertamento del compenso di 200.000 euro percepito dall’attore per la sua partecipazione.

La replica di Amadeus

C’è un’altra accusa piovuta sul capo di Amadeus: avrebbe detto il claim del marchio U-Power, cioè “Don’t worry, be happy”. Il conduttore si è difeso così: “Il copione me lo scrivo io con gli autori e sono delle parole che mettiamo perché io possa ricordarmi di cose che ho pensato. Il “Don’t worry, be happy” non c’è nel copione. Non sono fedele al mio copione, a volte non lo leggo, ci passo avanti, aggiungo delle parole se sono in anticipo, le tolgo se sto in ritardo. Per me “don’t worry, be happy” è non preccouparti e sii felice. Non potevo immaginare che fosse il claim delle scarpe”.

In riferimento al ballo del Qua Qua, ha invece replicato così: “Mi sembra più un ‘Sta andando tutto bene, dove possiamo andare a trovare una stro****a per fare polemica?’. È venuto a rimborso spese, ci ha ripensato all’ultimo, non ha preso 400mila euro. Non è colpa mia che gliel’ho proposta, lui all’inizio aveva accettato. Poi in quel momento non l’ha sentita sua. Pensiamo ad Allevi al cast di Mare Fuori…Travolta non si è divertito come pensavamo facesse. Non è successo nulla di grave. Per fortuna c’era Fiorello che ha avuto la genialità di trasformarla in una cosa simpatica anche dopo. Stiamo creando un caso dove il caso non c’è”.

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