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Scilla e Cariddi, la leggenda dello Stretto di Messina

Pubblicato il 9 Giugno, 2022

Tramandata da generazioni in generazioni, la leggenda affascina grandi e piccoli

E’ una delle leggende più antiche e affascinanti di sempre, tramandata da generazioni in generazioni. Lo Stretto di Messina racchiude mistero e fantasie fin dai tempi più antichi ma la leggenda di Scilla e Cariddi è probabilmente la più intrigante e ricca di fascino.

La leggenda narra di Scilla, bellissima ninfa, trasformata dalla maga circe in un orrendo mostro che dai tempi più antichi abita nelle acque più nascoste dello Stretto insieme a Cariddi, mostruosa creatura creata da Zeus in grado di creare dei vortici molto pericolosi per tutti coloro che attraversano lo Stretto.

Vicino agli scogli di Zancle, Scilla incontrò il pescatore Glauco, trasformato in divinità marina dopo aver mangiato l’erba che ridava vita ai suoi pesci. Scilla, spaventata in quanto metà donna e metà pesce, scappò via, tenendo lontano il pescatore. Egli si rivolse a Circe chiedendole una magia in grado di trasformarlo in un uomo affascinante. Circe divenne gelosa e, rifiutata da Glauco, trasformò Scilla in un mostro a sei teste di cane. Disperata, Scilla si rifugiò in una grotta sotto la Rocca, a pochi metri da Cariddi. Prima di essere trasformata in un mostro, Cariddi era una naiade, famosa per essere vorace. Venne trasformata in un terribile mostro da Zeus che la punì per aver rubato e mangiato i buoi di Eracle.

Così tutti i marinari e pescatori che navigano nelle acqua dello Stretto, pur essendo a conoscenza che si tratti di una leggenda, osservano molto attentamente le rocce e grotte che rendono lo scenario della Sicilia e della Calabria ancora più bello e suggestivo.

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