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“Scioccante”, congelati i conti delle Suore di Madre Teresa, 22mila pazienti senza cibo e medicine

Pubblicato il 27 Dicembre, 2021

“Scioccante”. Questa la definizione con cui la governatrice del Bengala Occidentale, Mamata Banerjee ha stigmatizzato dal suo account twitter quella che ha definito la decisione del governo indiano che, secondo la Banerjee, avrebbe “congelato tutti i conti bancari delle Missionarie della Carità, l’ordine fondato da Madre Teresa di Calcutta”.

Scioccante decisione

“Il ministro ha preso la decisione il giorno di Natale, – scrive la Banerjee – i 22.000 pazienti degli ospedali dell’ordine e gli impiegati sono stati lasciati senza cibo e medicine. Il rispetto della legge è fondamentale, ma l’impegno umanitario non deve essere compromesso”.

Il ministero degli Interni indiano ha diffuso in serata, una nota chiarendo i termini della vicenda. “A essere stata respinta il 25 dicembre – fanno sapere dal ministero – è stata l’istanza per il rinnovo della registrazione ai sensi del Foreign Contribution Regulation Act, la legge che regola la possibilità di ricevere contributi dall’estero, che dopo alcuni emendamenti restrittivi introdotti nel 2020 dal governo Modi sta creando difficoltà a molte organizzazioni internazionali che operano in India”.

Il ministero

Il ministero precisa, inoltre, che “non c’è stato, però, alcun congelamento dei conti: sono state riscontrate non meglio precisate carenze nei requisti della nuova domanda, ma la precedente autorizzazione resta valida fino al 31 dicembre 2021”. 

In questo marasma, l’unica certezza, però è, come fa sapere la testata del Pime, AsiaNews “il dato delle difficoltà crescenti per le organizzazioni cattoliche a operare in un clima generale in cui le attività caritative vengono additate dai nazionalisti indù come un pretesto per operare conversioni“. 

Infatti il caos che si è scatenato sui conti bancari fa seguito all’inchiesta avviata nel Gujarat, proprio lo stato da cui è iniziata l’ascesa politica dell’attuale premier Narendra Modi, contro un orfanotrofio gestito dalle Missionarie della Carità.

Conversioni fozate

Infatti, nella città di Vadodara è stata presentata una denuncia  per “conversioni forzate” contro una casa di accoglienza per bambine orfane o strappate al lavoro minorile che le Missionarie della Carità gestiscono nell’area di Makarpura.

All’origine dell’esposto (evidenzia AsiaNews), un’ispezione compiuta il 9 dicembre nella struttura dal responsabile distrettuale dei servizi sociali Mayank Trivedi, insieme al presidente del Comitato per la difesa dell’infanzia. Secondo quando riportato nella denuncia i due avrebbero constatato che le ragazze della casa verrebero “forzate” a indossare la croce, leggere testi religiosi cristiani e a partecipare a preghiere cristiane con l’intenzione di “indirizzarle al cristianesimo”. Si dice anche che le religiose sarebbero impegnate in “attività che offendono intenzionalmente e con rancore i sentimenti religiosi degli indù”.

Nonostante le Missionarie della Carità abbiano negato queste accuse, la polizia ha avviato un’indagine sulla base della famigerata legge anti-conversioni, che in Gujarat è in vigore dal 2003.

Insomma una diatriba politica che se continua, metterà a rischio le attività delle missionarie che spiegano, in merito alla vicenda di oggi, che sono state proprio loro “a chiedere cautelativamente di fermare i conti bancari in attesa di risolvere la questione”.

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