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Eitan

Strage di Mottarone, il nonno del piccolo Eitan appare a sopresa: “Dobbiamo fare il meglio per lui, non per le famiglie” (VIDEO)

Pubblicato il 17 Gennaio 2024

“Dobbiamo fare quello che è meglio per Eitan, non per qualcuno delle famiglie. Le famiglie devono stargli vicino insieme”.

Così Shmuel Peleg, nonno del piccolo Eitan che nelle settimane successive alla tragedia, rapì portando con sé il bambino in Israele e che, per l’accaduto, ha patteggiato venti mesi, arrivato a sorpresa all’udienza preliminare sulla tragedia del Mottarone, che si è aperta a Verbania.

“Eitan ha perso sufficienti cose” nella tragedia, ha aggiunto. E a chi gli chiedeva cosa si aspetta dal processo, ha risposto: “Non ho aspettative, voglio essere qua per mia figlia e la mia famiglia”.

Sono undici le parti civili ad avere avanzato richiesta di costituzione nel processo.

Sei di queste lo hanno fatto nei confronti di tutti gli imputati: si tratta della Regione Piemonte, del Comune di Stresa, di Eitan Biran, di alcuni parenti di Serena Cosentino, una delle vittime dell’incidente, e dell’Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro). Altre cinque parti lo hanno fatto nei confronti di tutti gli imputati esclusa la società Leitner.

La società Leitner ha risarcito più di cinquanta famigliari delle vittime del Mottarone e rimane da definire solo quella che riguarda Eitan Biran, il bambino unico sopravvissuto all’incidente.

Lo ha reso noto l’avvocato di Leitner, Paolo Corti, prima di entrare nell’aula dove oggi prende il via l’udienza preliminare a carico di otto imputati, tra cui la società altoatesina incaricata della manutenzione dell’impianto. “Sono state chiuse tutte le posizioni conosciute ad esclusione del piccolo Eitan, la cui posizione è in fase di definizione, perché ci sono problematiche legate al fatto che c’è un giudice tutelare che deve vagliare questi accordi e approvarli. Credo e confido che verrà definita a breve” ha detto il legale.

“È interesse di tutte le parti dare al ragazzo, che oggi fa la terza elementare, la miglior vita possibile. Il futuro migliore passa attraverso una vita per quanto possibile serena”, ha detto l’avvocato Fabrizio Ventimiglia, legale di Eitan, prima dell’inizio dell’udienza preliminare che si svolge presso la Casa della Resistenza di Verbania.

“Vogliamo trovare un accordo con tutti per revocare quanto prima la costituzione parte civile”, ha aggiunto Ventimiglia, dicendosi “fiducioso che si possa essere molto rapidi” nella definizione del risarcimento, “proprio perché è interesse di tutti”.

“La posizione dei famigliari israeliani sarà più che altro una testimonianza, una presenza morale molto significativa”, ha affermato l’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, che rappresenta parte dei famigliari di Eitan.

“Il danno non è risarcibile, è un nucleo famigliare totalmente sterminato”, ha detto, annunciando che i suoi assistiti si costituiranno “parte civile nei confronti di Ferrovie del Mottarone e dei responsabili della società”.

Marcello Perillo, avvocato di Gabriele Tadini, caposervizio dell’impianto al momento dell’incidente, ha parlato invece dell’eventualità di chiedere il rito abbreviato per il suo assistito: “Non mi sbilancio ancora, non abbiamo ancora escluso nulla. Il patteggiamento non è stato neanche preso in considerazione, altrimenti andiamo a processo”.

Per l’incidente che costò la vita a 14 persone, a settembre la procura di Verbania ha chiesto il processo per sei persone: si tratta di Luigi Nerini, titolare della Ferrovie del Mottarone, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, allora rispettivamente direttore d’esercizio e capo servizio dell’impianto, Anton Seeber, presidente del cda di Leitner, il gruppo incaricato della manutenzione, Martin Leitner, consigliere delegato e Peter Rabanser, responsabile del customer service.

Oltre a loro, sono imputate le due società.