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“Sulla corsa alle armi il Pd rinnega Berlinguer”

“L’aumento delle spese militari è un errore etico e politico: come Pd stiamo avallando l’idea di una corsa nazionalistica alle armi. La Germania ha aperto la strada, in modo che definirei preoccupante, e l’Italia va al seguito.

Pubblicato il 6 Aprile, 2022

“L’aumento delle spese militari è un errore etico e politico: come Pd stiamo avallando l’idea di una corsa nazionalistica alle armi. La Germania ha aperto la strada, in modo che definirei preoccupante, e l’Italia va al seguito. Non in un quadro di difesa comune europea, ma come risposta a una richiesta della Nato e dunque degli Usa“. Sono le parole di Enrico Rossi, presidente della Toscana dal 2010 al 2020, sulle colonne del Manifesto.

Enrico Rossi: “Una corsa al riarmo non si può motivare con il conflitto in corso”

E ancora: “Pensavo che la linea fosse quella di una difesa comune europea, e dunque di una revisione complessiva della spesa militare che preveda anche una sua riduzione: oggi l’Ue spende 4 volte la Russia. Una corsa al riarmo non è motivabile con il conflitto in corso. E alzare le spese senza aver prima definito una difesa europea rischia di alimentare un nazionalismo bellicoso e pericoloso anche tra i paesi europei. Lo ha detto anche Prodi: prima si decide sull’esercito comune e poi si valuta come razionalizzare la spesa complessiva“.

Secondo il governo italiano, alzare le spese al 2% del Pil è un impegno preso già nel 2014. Enrico Rossi commenta: “Si trattava di un impegno generico. Ancor più in una situazione come quella attuale anche gli impegni presi devono passare al vaglio di una analisi critica. Si era pensato che la globalizzazione e il mercato potessero risolvere i conflitti. Ora che ci è scoppiata la guerra in casa siamo di fronte a un bivio: puntare su disarmo, cooperazione internazionale e riconversione green o su riarmo e combustibili fossili?”

Enrico Rossi: “Berlinguer non sarebbe d’accordo”

Enrico Rossi ha aggiunto: “Vorrei che il Pd si ispirasse alla sua storia, al Berlinguer del no ai missili a Comiso, al Moro degli accordi di Helsinki dove si parlava di una Europa dall’Atlantico agli Urali. Mi chiedo nel clima di oggi quali accuse riceverebbero questi due statisti. L’Italia, nel rispetto delle sue alleanze, ha sempre cercato un profilo autonomo, mai schiacciato sui diktat americani. Questo ruolo sarebbe fondamentale anche oggi per la vicenda ucraina“.

“Sacrifici dietro l’Angolo”

Queste le sue parole: “Sì, bisognerà fare dei sacrifici e mettere in discussione le nostre abitudini. Davanti all’orrore che vediamo, causato dalla Russia, dobbiamo semmai alzare il livello delle sanzioni e arrivare a interrompere l’acquisto di gas e petrolio. Ci saranno sacrifici? Certo, e andranno distribuiti in modo socialmente equo. Per fermare la guerra non c’è arma più forte di quella economica. Lo dico da tempo, sono d’accordo con il Manifesto e sono contento che lo dica anche Letta. Contemporaneamente bisogna fare sul serio sulla riconversione ecologica, questa crisi deve essere un’occasione per un decisivo passo avanti. Certo, la Germania frena. Ma l’Italia deve fare la sua parte fino in fondo, senza timidezze, sullo stop al gas russo“.

“Evitare invettive moralistiche”

“Sono stupito dalla linea del Partito democratico, credo che tutti dovremmo evitare le invettive moralistiche, o di avere verità in tasca: su come reagire a questa crisi la sinistra deve discutere, con rispetto. La corsa al riarmo significa mettere in moto gli appetiti degli apparati dell’industria militare, aumentare ancora il loro potere, a cui una parte della sinistra non è estranea.

Dopo decenni abbiamo perso persino gli strumenti cognitivi per analizzare le crisi: se perdiamo le bussole del pacifismo, dell’ambientalismo e del no al riarmo, la sinistra è finita. Le armi e i fossili sono una risposta arretrata, una coazione a ripetere il passato. Tante persone mi fermano per strada, esprimono preoccupazione e disorientamento per la posizione Pd. Non certo perché qualcuno simpatizza con Putin. E neppure per l’invio di armi italiane. Ma per la perdita di quelle bussole“.

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