« Torna indietro

Senza categoria

Sulle discariche siamo ancora in un preoccupante stallo

Pubblicato il 10 Dicembre, 2021

Sono passati cinque mesi da quel giugno del 2021, quando fallisce Rimateria, società in parte controllata anche dal pubblico attraverso Asiu, anch’essa fallita e non ci risulta che alla curatrice fallimentaresia stato concesso l’esercizio provvisorio: “Non è possibile ricorrere all’esercizio provvisorio, non ci sono le risorse”.

Sappiamo che alcuni dipendenti lavorano per consentire lo svolgimento delle attività legate al percolato e al biogas, così come proseguono i contatti con aziende interessate e rilevare un ramo d’azienda con gli attuali impianti. Che cosa rimarrebbe da fare: la regimazione idraulica sia della discarica ex Lucchini che dell’ex Asiu con la relativa copertura, da aggiungere la gestione del post mortem “rimozione del percolato”; rimarrebberoancora 60.000 metri cubi da coltivare ma non basterebbero a coprire le cifre necessarie per le suddette prescrizioni. I 36 ettari”abusivi”, paiono non destare problemi, poiché il percolato va direttamente sotto terra, presumibilmente nella falda ma non vediamo forti prese di posizione di comitati o dell’amministrazione su questa sfumatura ambientale. 

Piombino avrebbe ancora tre discariche da chiudere Ex Asiu , ex Lucchini e la LI53, trattando la parte recuperabile e per la restante parte mettendoli in discarica “quale ?”; mentre le ex discariche di Poggio ai Venti attendono ancora la messa in sicurezza permanente. Però dava noia il puzzo e per non aspettare che gli impianti dell’ex Asiu fossero messi a norma, qualcuno ha preferito far crollare la baracca e lasciare Piombino con questo enorme problema ambientale. Pensare che l’attuale assessore all’‘Ambiente del Comune di Piombino dichiarò che “un’amministrazione pubblica non può trattare con un’azienda privata per fare accordi”, dimenticando che dentro quell’azienda privata c’era anche il Comune di Piombino con Asiu ed esprimeva il presidente di quell’azienda, quindi non poteva lavarsene le mani e insieme al sindaco avevano il dovere morale e istituzionale di trovare una soluzione. 

Paghiamo e pagheremo chissà per quanto, lo scotto per aver rinunciato a una’azienda con il know-how in materia di bonifiche e siti di discarica pronti a mettere in sicurezza la Li53 e raccogliere i cumoli della 36 ettari, rifiuti stoccati in modo incontrollato che bloccano il progetto di Invitalia, già pronto per la messa in sicurezza delle acque di falda. Rimateria con le sue discariche, avrebbe reso plausibile la bonifica del SIN e, ad esempio, avrebbe potuto contenere le terre di scarto dei lavori sulla bretella della 398.

Noi avevamo il dovere di fare le cose perbene, per la comunità, sistemare la difficile eredità di Asiu e convertirla in qualcosa di fondamentale per le bonifiche, siamo invece precipitati, per una precisa volontà politica, dentro una zona buia, dove giocafacile il populismo senza ragione e senza speranza, ma non è possibile pensare di rimanerci ancora per molto.  

Riccardo Gelichi Portavoce Ascolta Piombino

About Post Author