Pubblicato il 26 Giugno, 2021
Di Gordiano Lupi
Francesco Tripaldi (Tricarico (MT) 27.05.1986) è un legale in house e si occupa di tecnologia. Nel 2020 compone i testi delle canzoni “Gargoyles, Livido e Mantra” per il progetto musicale “Nikita”. Sempre nel 2020 la raccolta di inediti: L’individuo superfluo, che contiene i pezzi oggi proposti, è risultata finalista al Premio Nazionale Guido Gozzano, alcuni brani in essa contenuti sono giunti in finale al Premio Fabrizio De Andrè e nel 2021 altri sono stati inseriti nell’antologia Distanze Obliterate, edizioni Punto a capo. Nel 2019 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesia Il machinelearning e la notte stellata (Collana Gialla -LietoColle Editore). Nel corso degli anni, alcuni suoi brani sono stati pubblicati sulle antologie dei finalisti delle rispettive edizioni dei concorsi letterari Coop forWords sulle riviste letterarie Il Segnale, Versante Ripido, Atelier Poesia, Il Foglio Letterario, L’Ottavo, Laboratorio Poesia, Medium Poesia, Carteggi Letteraried altri magazine di settore.
Stile moderno, poesia rapida ed essenziale che non si pone neppure il problema della musicalità ma va dritta al cuore del problema, rappresentando tutte le contraddizioni del mondo contemporaneo. Persino alla poesia va aggiunta l’Iva, perché tutto è merce, sembra dire l’autore, così come se cerchi nel web, in fondo è lui a scavare dentro di te, acquisendo i tuoi gusti e le tue preferenze, per proporti nuovi consumi. Pirati informatici, post imperialismo, capitalismo che riflette tutta la sua incapacità a diventare sistema, cicatrici sulla schiena, prodotte da un’epoca in disfacimento. Il poeta non propone soluzioni, indugia sulla difficoltà di vivere in un mondo non più a misura d’uomo. (Gordiano Lupi)
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E-poca
Se cerchi nel web
il web cerca dentro di te;
senza nemmeno faticare tanto.
L’epica della pirateria informatica:
segreti industriali,
cordoni ombelicali digitali,
ricette per biscotti in linguaggio binario.
L’aspetto coloniale di una faccenda post imperialista
è il nostro vivere di esigenze improcrastinabili,
di amori a grandi linee.
Questione di evoluzione convergente.
Come certe fragole
siamo rossi solo in superficie.
Un cupo dissolvi
di corpi celesti e beta bloccanti.
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Poesia + IVA
Se la mia mente fosse il vagone silenzio del Frecciarossa
potrei fare schhhhh ai miei pensieri
ed avere un confronto costruttivo
con la realtà che mi circonda.
A questa poesia va aggiunta l’Iva.
Pensi che sia facile per me
vivere sereno sapendo che
tra preso e perso
tutto dipende dalla posizione della “erre”?
Soprattutto se parliamo di treni!
Pensi che sia facile per me
riuscire a tollerare
la sfrontatezza del piccione
che nella più tronfia inconsapevolezza
vive a petto in fuori in piazza Duomo?
Pensi che sia facile
hackerare la scatola nera di Dio
e sfidare la sua ira?!
A questa poesia va aggiunta l’Iva.
Pensi che sia facile per me
vivere sereno conoscendo
le difficoltà degli asiatici
nella pronuncia della “erre”?
Soprattutto se si parla di lutti, soprattutto se si parla di elezioni?
Pensi che sia facile per me
tollerare che la schiavitù
sia ancora il modello di business
più scalabile in assoluto?
A questa poesia va aggiunta l’Iva,
Pensi che sia facile per me
gettarmi tra le braccia di una musa
o di una venere qualunque
per scrivere due frasi,
che tanto non significano niente,
e star qui, davanti a voi
a cercare comprensione?
Pensate che mi piaccia?
La mia venere è Afrodite,
ma di Milo,
e non ha braccia.
Perciò, se non riconoscete
il mio precipitare,
il mio bisogno di dormire
senza l’ansia di sognare,
se non riuscite a vedere
il mio corpo crivellato dai fori
che mi hanno fatto le parole
non avete capito che la poesia
è una cosa viva
alla poesia va aggiunta l’IVA,
e voi siete tutti evasori.
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Social engineering
Con un’arancia sulla tavola
comincia una poesia.
Con delle cicatrici sulla schiena
finisce una tragedia
che poi sono un po’ la stessa cosa,
un inciampo nel presente,
un artiglio nel passato.
Tecniche di social engineering
ci irretiscono nell’inganno del voler essere
quando nemmeno siamo.