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Taranto: Consorzio di Bonifica, il duro attacco dei lavoratori precari

Pubblicato il 11 Febbraio, 2022

“Essere precari per venti anni, riempie l’animo di rabbia e calpesta la dignità di ognuno di noi!”. E’ questa la sintesi di una collerica ma partecipata assemblea che si è svolta lo scorso 9 febbraio, nella sede del consorzio di bonifica “Stornara e Tara”. Riunione che ha visto protagonisti i dipendenti diretti del Consorzio, ma soprattutto i 10 lavoratori a tempo determinato e i 24 avventizi : operai stagionali che da oltre vent’anni, malgrado l’esperienza acquisita sul campo, attendono il riconoscimento di un lavoro degno. Alla riunione hanno presenziato Lucia La Penna, segretaria generale della Flai Cgil di Taranto, Maria Antonietta Loscalzo, della stessa organizzazione sindacale e rappresentante dei lavoratori addetti ai consorzi di bonifica e di miglioramento fondiario e il segretario regionale dell’organizzazione, Antonio Gagliardi. “Dai lavoratori rabbia, delusione, sfiduciati verso la politica -il laconico commento di Lucia La Penna – quella politica che per 20 anni ha promesso lavoro stabile e serenità in un contesto lavorativo che risente di perenni processi di riorganizzazione, quella riorganizzazione che a cominciare dal 2017 avrebbe dovuto portare al Consorzio Unico Centro-Sud di cui, oltre allo “Stornara e Tara”, dovrebbero far parte il “terre d’Apulia” di Bari, l’”Arneo” e “Ugento Li Foggi” di Lecce”. Nell’assemblea, infatti, si è ridiscussa la programmazione degli interventi che ogni anno precede la stagione irrigua. Questi lavoratori lavorano in emergenza con figure operaie ed impiegatizie che ad oggi risultano insufficienti – continua La Penna – mentre c’è da mettere in manutenzione canali, condotte, o ripristinare gli invasi rotti, in una campagna che già soffre la crisi della pandemia e del post pandemia. “Negli ultimi nove anni la forza lavoro dei quattro consorzi si è ridotta dell’ottanta percento: nessuna risposta concreta da parte del commissario straordinario del costituendo consorzio unico, Alfredo Borzillo; ma nemmeno dalla politica regionale sorda di fronte alle sollecitazioni dei sindacati di settore”. “Intanto padri e madri di famiglia -sottolinea Antonio Gagliardi, segretario generale della Flai Cgil Puglia – sono precari da diversi anni. La frustrazione e la rabbia che si legge immediatamente negli occhi dei lavoratori descrive quanto sia colma la misura della sopportazione ed allo stesso tempo, con particolare decisione, chiedono solo un sacrosanto diritto: riconoscere stabilità lavorativa per rendere dignità al loro lavoro. Vi è, dunque, l’esigenza -concludono i sindacalisti della Flai, di traguardare la prospettiva certa del turn over, atteso che l’attuale condizione dei livelli occupazionali necessita di celeri interventi per assicurare la disponibilità di forza lavoro a tempo indeterminato. In ragione di quanto sopra, la FLAI CGIL sollecita il rinnovo dei rapporti di lavoro già scaduti ed in scadenza del personale e di prevedere che gli stessi tengano conto della platea storica da traguardare a tempo indeterminato, a beneficio delle stesse attività svolte dai Consorzi, delle attività agricole dei territori interessati, nonché per gli stessi lavoratori storicamente coinvolti in tali attività visto l’elevato bagaglio professionale e di competenze possedute da queste maestranze. Come Flai chiederemo alla Task-Force regionale per l’emergenza occupazionale di svolgere tutti gli approfondimenti di circostanza con le organizzazioni sindacali, il commissario unico e l’assessore alle politiche agricole della Regione Puglia.– dicono i referenti della CGIL – Il nostro obiettivo cardine è porre definitivamente la parola fine al drammatico contesto di incertezza occupazionale che continua a tenere in bilico molti lavoratori e che mette a rischio il principio della tutela del territorio e dell’ambiente di recentissima previsione affidata alla nostra Carta Costituzionale. (CS)

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