Pubblicato il 11 Aprile, 2022
Occorre reperire 105 milioni per completare dal punto di vista anche della strumentazione il nuovo ospedale San Cataldo di Taranto
TARANTO – Occorre reperire 105 milioni per completare dal punto di vista anche della strumentazione il nuovo ospedale San Cataldo di Taranto. E’ quanto emerso oggi durante le audizioni nella prima commissione del Consiglio regionale pugliese. La fine dei lavori è stata riprogrammata per il 10 agosto 2022, tre mesi in più rispetto a quella del 2 maggio, in virtù – è stato spiegato – della riduzione delle maestranze a causa dell’aumento dei contagi da Covid e delle difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime a seguito del conflitto in Ucraina. Ma il nodo principale riguarda il finanziamento di 105 milioni per l’acquisto delle attrezzature sanitarie, gli arredi non sanitari, la segnaletica e per l’attivazione del servizio mensa. La Commissione si aggiornerà tra 21 giorni.
«E’ bene che i tarantini lo sappiano, come da noi sempre preventivato prima di tre o quattro anni» il nuovo ospedale di Taranto «non sarà in grado di ospitare il primo paziente, perché mancano i progetti esecutivi, ma soprattutto 105 milioni di euro per completare il tutto con impianti e diagnostica e nessuno sa dire quando e come saranno stanziati». Lo dichiarano il capogruppo e il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo e Renato Perrini, a margine della prima commissione consiliare.
«Oggi – dicono – è stato ribadito dai direttori generale, lavori e Rup di Taranto ciò che noi avevamo constatato nel sopralluogo al San Cataldo, il 23 marzo scorso, specie dopo un confronto con la ditta appaltatrice del primo bando: le strutture murare del nuovo ospedale sono state realizzate almeno per il 70-80 per cento.
E’ visibile a occhio nudo attraversando le strade circostanti. Ma questo non significa assolutamente che la prima prestazione sanitaria sia prossima». «E’ un’opera – proseguono – che nasce monca senza una programmazione e creando disagi e disservizi nella sanità pugliese perché l’organizzazione degli altri ospedali presenti sul territorio, a cominciare dal Santissima Annunziata, risente proprio dell’attesa del nuovo ospedale, come se questo dovesse essere operativo da un giorno all’altro: non è così»
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