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Torino

Torino, bambino di 10 mesi ucciso per errore in sala operatoria: chiesto giudizio per tre medici

Pubblicato il 1 Luglio 2023

Una catena di errori in sala operatoria ha provocato la morte di un bambino di 10 mesi.

Era il 15 aprile 2021 e ora per tre medici del Regina Margherita di Torino è stato chiesto il rinvio a giudizio.

L’udienza preliminare – che si aprirà il prossimo 19 settembre davanti al gup Agostino Pasquariello – riguarda il primario di Chirurgia del Regina Margherita Francesco Gennari (difeso dall’avvocato Vittorio Nizza), il chirurgo Paolo Lausi (assistito da Monica Muci) e l’anestesista Daniele Mirabile (patrocinato dall’avvocata Fabrizia Bussolino). Per tutti l’accusa è omicidio colposo., ricostruisce il Corriere.

Il piccolo era affetto da una malformazione congenita polmonare. Per correggerla, viene programmato un intervento di lobectomia. È una pratica eseguita molto raramente: in sostanza, consiste nell’asportazione di un lobo polmonare.

Ed è durante questa procedura, così come ipotizza il pm Francesco La Rosa, che qualcosa va storto: per errore, il chirurgo recide l’aorta.

Nessuno dell’equipe si accorge di nulla perché a quell’età, 10 mesi, il dissanguamento procede con maggiore lentezza. Tre ore più tardi, la situazione degenera e ogni tentativo di correre ai ripari è vano.

Da qui la denuncia della famiglia (assistita dall’avvocato Michela Malerba) e la segnalazione dello stesso ospedale alla Procura.  

In un primo momento il magistrato aveva iscritto sul registro degli indagati nove persone, ma al termine di un incidente probatorio per sei è stata chiesta l’archiviazione. E ora per tre è stato chiesto il rinvio a giudizio. Dagli atti dell’inchiesta emerge che il piccolo venne operato “non da un chirurgo pediatrico esperto in chirurgia toracica infantile, bensì da un medico per adulti (in servizio alle Molinette, ndr)» che gli sezionò l’aorta toracica «invece di occludere il vaso sanguigno anomalo”.

Inoltre, nel capo di imputazione si legge che l’anestesista non avrebbe “attuato un’idonea ininterrotta osservazione clinica e predisposto adeguati strumenti di monitorizzazione continuativa con accertamento dei parametri dell’ossigenazione, della perfusione dei tessuti corporei e della pressione sanguigna del bimbo (con strumenti quali il pulsossimetro e il posizionamento di cateteri) così da non accorgersi in tempo dell’errore commesso dal chirurgo”.