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Tramontano

Giulia Tramontano: la drammatica testimonianza della sorella in Aula

Pubblicato il 21 Marzo 2024

E’ come vivere da svegli un incubo. Con tutta l’angoscia che può suscitare la consapevolezza di non essere turbati da qualcosa di irreale. Perché, purtroppo, è tutto vero quel che è successo a Giulia Tramontano.

Emergono nuovi dettagli dell’agghiacciante caso di cronaca. Emergono attraverso anche il racconto di Chiara Tramontano, la sorella della ragazza al settimo mese di gravidanza, uccisa il 27 maggio scorso a Senago, in provincia di Milano, da Alessandro Impagnatiello, il compagno e futuro padre di Thiago, che nel frattempo portava avanti la relazione con un’altra donna.

“Giulia diceva che tutto quello che mangiava aveva un sapore assurdo, in ogni cibo odore strano. Diceva a mia madre che il latte il giorno dopo che lo aveva aperto aveva un sapore strano. In ogni cosa trovava un sapore strano”, ha raccontato Chiara in cui è una testimone.

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Chiara ha raccontato di acqua che odorava di “candeggina” e dei costanti dolori allo stomaco della sorella.

“Beveva tante tisane – ha aggiunto – ma non trovava sollievo“.

Ecco perché, oltre che per il brutale omicidio, 37 coltellate, e l’occultamento di cadavere, Impagnatiello deve rispondere di averla avvelenata per mesi con un topicida.

“Giulia era propensa a interrompere la gravidanza perché non voleva vedere negli occhi del figlio, quelli di chi le aveva provocato tanto dolore e le aveva detto tante bugie“, ha aggiunto oggi in aula Chiara, che ha ripercorso quella relazione fin da subito difficile tra la sorella e Impagnatiello.

Particolarmente toccante il momento in cui a rievocato il giorno in cui, con le lacrime agli occhi, Giulia le aveva inviato la foto del test di gravidanza, rivelando anche, però, che “era triste perché il bambino non era gradito” dal padre.

Per questo, nonostante desiderasse diventare madre “Aveva contattato il medico di base per valutare l’interruzione della gravidanza”, per poi ripensarci e che “lo avrebbe tenuto anche se costretta a crescerlo da sola”. E il padre della ragazza le assicurò il sostegno. “In quel momento c’era bisogno di solidità – ha detto Chiara – e invece il terreno era fragile. Con un bambino in arrivo bisognava essere responsabili”.