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Treviso, auricolare e smartphone per farsi suggerire le risposte dell’esame di guida: due denunce

Pubblicato il 1 Dicembre, 2021

La Polizia Locale di Treviso ha individuato due candidati in possesso di dispositivi elettronici. Una donna ha ingoiato l’auricolare ed è stata trasferita in Pronto Soccorso

Treviso, 1 dicembre 2021


1.12.2021 – Cercavano di farsi suggerire dall’esterno le risposte all’esame scritto della patente di guida. Ieri mattina due persone sono state fermate dalla Polizia Locale in seguito alla segnalazione dei funzionari della Motorizzazione Civile di Treviso: durante due distinte sessioni di esami scritti per il conseguimento della patente di guida, sono stati infatti intercettati due candidati intenti a farsi suggerire le risposte tramite auricolare.

Il primo episodio si è verificato alle 9.30 quando dagli uffici della Motorizzazione è partita la richiesta di un controllo dei candidati: uno dei presenti aveva infatti con sé un dispositivo elettronico. Gli agenti del pronto intervento hanno sorpreso un 25enne del Ghana residente a San Pietro Mussolino (Vicenza) che non solo era in possesso di un auricolare ma anche un cellulare ben nascosto da utilizzare per collegarsi con un complice all’esterno che, una volta compresa la situazione, si è dato alla fuga. Il secondo intervento, decisamente più rocambolesco, è avvenuto due ore più tardi quando è stata richiesta nuovamente una pattuglia del pronto intervento per un caso analogo.

Una donna di 40 anni, di nazionalità indiana e residente ad Istrana, alla vista degli agenti ha tolto l’auricolare e l’ha ingoiato. La candidata è stata così trasferita al Pronto Soccorso: per le dimensioni dell’oggetto i medici non l’hanno ritenuta in pericolo di vita. Oltre all’auricolare gli agenti hanno rinvenuto anche un piccolo cellulare ben nascosto che doveva servire per ricevere le informazioni dall’esterno. Ora sono in corso indagini per individuare i due complici. Per i due soggetti è scattata la denuncia per tentata truffa aggravata, reato che prevede la pena della reclusione fino a 5 anni.

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