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Treviso, Ordine Psicologhe e Psicologi del Veneto, convegno: “Violenza e discriminazione di genere nella societá e nelle professioni”

Pubblicato il 4 Febbraio, 2022

4.2.2022 – Si svolgerà lunedì 7 febbraio alle ore 15 presso la Sala dei Trecento del Comune di Treviso l’incontro: «Violenza e discriminazione di genere nella società e nelle professioni» organizzato dall’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto e dal Comune di Treviso con il patrocinio della Commissione Pari Opportunità del Comune di Treviso, dell’ Associazione Donne Medico sezione di Treviso e degli Ordini degli Avvocati di Treviso e Verona.

Il convegno rientra in un percorso tematico mirato a sensibilizzare la popolazione verso una maggior tutela dei diritti civili di tutte le persone; in questo caso il diritto all’autonomia e all’autodeterminazione delle donne, che molto spesso subiscono discriminazioni e violenze, anche non riconosciute e riconoscibili, nei luoghi di lavoro, nei processi e all’interno delle relazioni familiari.

Nel corso del convegno si parlerà di pregiudizi giudiziari in relazione ai reati di violenza nei confronti delle donne, di vittimizzazione secondaria, di quanto afferma la Convenzione di Istanbul e verranno commentati alcuni dati dei Centri Antiviolenza del Veneto. Verrà inoltre illustrato il percorso di rete avviato dall’Ordine degli Avvocati di Verona con l’Ordine degli Psicologi del Veneto, il Tribunale di Verona e i servizi sanitari e CAV veronesi, per la stesura di linee guida per la gestione dei casi di violenza intrafamiliare in sede civile e penale nell’ottica di protezione delle vittime di violenza diretta e assistita.

«Questo incontro rientra nel percorso di iniziative di “attenzionamento” attivo- spiega Luca Pezzullo – Presidente Ordine delle Psicologhe e Psicologi del Veneto-.

Come Ordine riteniamo di avere una responsabilità etica nella lotta attiva delle discriminazioni. L’azione degli ordini professionali non può essere neutrale, in quanto significherebbe non essere dalla parte di questi valori, valori costituzionali. E questo convegno rientra in una serie di collaborazioni interistituzionali che portiamo avanti con il Comune di Treviso. Da un lato la pandemia stessa ha accentuato le discriminazioni di genere: durante la DAD a casa con i figli ci stavano soprattutto le mamme. Evidente anche l’asimmetria che si è creata nell’organizzazione sociale del lavoro: la professionista donna costretta a rinunciare alle proprie attività per gestire situazioni famigliari rispetto al professionista uomo. È evidente anche la discriminazione economica, la disparità di retribuzione e di fatturato, a parità di qualificazioni e di competenze rispetto ai colleghi maschi, rilevata anche dagli enti previdenziali».

«I pregiudizi giudiziari sono vietati dalle convenzioni internazionali ratificate anche dall’Italia  – spiega Paola Di Nicola Travaglini – Giudice e Consulente giuridica della Commissione sul femminicidio del Senato -, ma purtroppo continuano ad esistere nel contesto dei processi penali e civili in materia di diritto di famiglia in quanto, non c’è una specifica formazione della catena dei soggetti che operano all’interno dei processi (magistrati/e, avvocati/e, forze dell’ordine, giornalisti/e consulenti,  psicologi/e) e manca la consapevolezza di essere “vittime” dei pregiudizi nei confronti delle donne e questopuò incidere sulla capacità di lettura dei fatti.  Un pregiudizio diffuso è che le donne mentano o esagerino nel raccontare i fatti o che provochino la violenza che subiscono. Avere consapevolezza che questa precomprensione può guidare “malamente” la valutazione delle prove, delle dichiarazioni, delle denunce, nell’ascolto dei testimoni, consente di rendere estranei questi pregiudizi che altrimenti rischiano di condizionare e inquinare il corso di un processo».

«Quando una donna decide di denunciare la violenza che subisce ed uscire dalla condizione di maltrattamento – spiega Sara Gini – Avvocata e Consigliera dell’Ordine degli Avvocati di Verona – anziché essere compresa spesso viene colpevolizzata subendo così una seconda aggressione da parte delle istituzioni, la cosiddetta “vittimizzazione secondaria”, sostanzialmente viene sottovalutato il racconto della donna, “accusata” di “aggravare” i fatti per impedire ad esempio al partner denunciato di vedere i figli.»

Programma:

Saluti istituzionali:

·         Mario Conte – Sindaco di Treviso

·         Luca Pezzullo – Presidente Ordine delle Psicologhe e Psicologi del Veneto.

Interverranno:

·         Paola Di Nicola Travaglini – Giudice e Consulente giuridica della Commissione sul femminicidio del Senato.

·         Sara Gini – Avvocata e Consigliera dell’Ordine degli Avvocati di Verona.

·         Laura Dal Corso – Prof.ssa associata, Università di Padova, Consigliera Ordine Psicologhe e Psicologi del Veneto.

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