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Un marchio per tutelare la genovesità: si chiamerà De.Co

Un marchio per tutelare la genovesità: si chiamerà De.Co. (denominazione comunale) e la sua istituzione è stata approvata all’unanimità in questi ultimi giorni durante la seduta del consiglio comunale genovese.

Genovesità gastronomiche e culturali: ecco quali

Dalla focaccia alla ‘pànera’, dallo sciroppo di rose alla prescinseua, dalla cima al cappon magro, alla sagra della zucca o altre feste patronali.
Queste realtà gastronomiche e culturali avranno uno strumento in più per essere valorizzate. Due anni dopo la mozione presentata in aula rossa, e un anno dopo la legge regionale sul tema, a presentare la proposta di iniziativa consiliare è stato Mario Mascia, capogruppo di Forza Italia. Nel registro Deco potranno essere inseriti alcolici, sciroppi, carne o pesce allevati in maniera specifica e caratterizzante del territorio, salse e formaggi, pietanze particolari, prodotti da forno dolci e salati, di confetteria e gelateria. Ma potrà avere il marchio De.Co. anche qualunque prodotto, affermato nella tradizione locale, realizzato attraverso la manualità e la creatività di un produttore o da un gruppo di produttori. Ed eventi, come feste paesane, patronali, sagre.

L’obiettivo del marchio De.Co

“L’obiettivo è quello di promuovere con un marchio di appartenenza territoriale chi a Genova produce specialità strettamente legate alla storia, alla cultura e alle tradizioni genovesi – ha detto Mascia – così da avere uno strumento in più per pubblicizzare il Comune di Genova nel marketing territoriale che sta continuando a portare avanti a testa alta, anche a livello internazionale, nonostante la pandemia ancora in corso”. Una delle criticità legate all’istituzione del marchio De.Co. sarà quella di non sovrapporsi come un doppione a marchi già esistenti. Per differenziarlo e riconoscerlo servirà un logo.

Il bando e i requisiti per ottenere il marchio

Il Comune di Genova lancerà un bando appositamente per questo scopo. Fra i requisiti per ottenere il marchio, ci sono la produzione nel territorio comunale, l’esclusione di prodotti geneticamente modificati e il rispetto dei disciplinari approvati A valutare e proporre alla giunta comunale l’iscrizione nel registro sarà una commissione di esperti.

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