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Un montascale per Giovanni: l’appello della mamma Francesca

Pubblicato il 7 Ottobre, 2021

Giovanni è il nostro secondogenito,fortemente voluto, amato da tutti noi, da me Francesca che sono la mamma, da babbo Francesco e dalla sua sorellina Diana.

Giovanni nasce nel 2014, con qualche settimana di anticipo, da una gravidanza tranquilla e dopo un parto naturale senza troppe complicazioni. Verso i tre mesi ci accorgiamo che qualcosa non va: piange se lo mettiamo giù, ha spesso lo sguardo fisso e la circonferenza cranica cresceva a vista d’occhio.

La pediatra ci manda a fare un’ecografia transfontanellare a Livorno e da lì ci mandano urgentemente al Meyer di Firenze. Tac, risonanza urgente e la diagnosi quasi immediata: tumore cerebrale.
Una massa molto grande, ce lo dicono subito.
Alla tenera età di 3 mesi viene operato in tre tempi per rimuovere quasi tutta la massa e altre 3 per vari ritocchi e mettere una derivazione (dvp) per drenare il liquido in eccesso, visto che la malattia ha comportato un idrocefalo.

Usciamo dall’ospedale dopo quasi 2 mesi e cominciamo le terapie con la Usl, nessuna certezza, lui inizia a migliorare il linguaggio, riesce a stare seduto da solo e in piedi in appoggio, ma è presto chiaro che non può e non potrà mai camminare.

Giovanni oggi ha 7 anni, va a scuola,ha appena cominciato la primaria e nonostante le sue difficoltà è un bambino che segue, riesce a stare tutto il tempo in classe coi compagni, tutti gli vogliono bene, a scuola e fuori.
Noi abitiamo fuori dal centro di Venturina, vicino alla stazione, in una casa di proprietà che avevamo comprato prima che arrivasse Giovanni, prima di sapere che quella casa al secondo piano sarebbe stata la nostra prigione.

Giovanni è cresciuto e il giorno che io aspettavo con paura è arrivato: lui è troppo pesante,noi non ce la facciamo più a portarlo in casa, ma nemmeno giù, diventa sempre più difficoltoso e pericoloso (quando scendiamo io non riesco a vedere cosa ho davanti per esempio) e salire è sempre più difficoltoso, tanto che spesso rinuncio a uscire per evitare poi di dover fare tutte quelle scale con lui in braccio.

Anche per lui non è più dignitosa tutta questa situazione, quindi abbiamo cercato delle soluzioni: comprare una casa adatta a lui è impossibile, un mutuo così alto non ce lo possiamo permettere. Abbiamo chiesto aiuto al comune chiedendo una casa ma avendone già una di proprietà non possiamo accedere al bando per la casa popolare.

Abbiamo richiesto alla Usl un montascale o un montacarichi ma ancora non abbiamo ricevuto risposta, dopo tanto tempo.

Noi siamo disperati, non sappiamo più a chi chiedere aiuto e se nessuno ci aiuta presto Giovanni non potrà più andare a scuola e dovrà rimanere imprigionato in casa perché nessuno di noi ce la fa più a portarlo su, lui pesa più di 35 kg e sta diventando sempre più grande.

Francesca Rossi

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