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Vaccino contro il Coronavirus: mondo al lavoro (ma i ricercatori sono legati alla propria bandiera)

Vaccinazioni, Confindustria: “Circa 6000 imprese, ad oggi, hanno dato la disponibilità su base volontaria”

Pubblicato il 19 Marzo 2021

“Abbiamo messo a disposizione del Commissario all’emergenza le strutture logistiche del sistema produttivo italiano. Circa 6000 imprese, ad oggi, hanno dato la disponibilità su base volontaria. Lunedì chiuderemo questa raccolta di disponibilità e poi, con il commissario, valuteremo quali saranno i siti scelti per la vaccinazione di comunità”. Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, ha spiegato l’iniziativa di Confindustria relativa alla mappatura delle “fabbriche di comunità”, cioè quelle imprese operanti sul territorio nazionale che hanno dato la disponibilità dei propri spazi nell’ambito del piano nazionale di vaccinazione. “Abbiamo inteso dare una disponibilità per tutte le comunità, a partire dai familiari dei dipendenti. Ci rimetteremo al piano nazionale di vaccinazione. Una volta scelto il numero, crediamo di rispettare il piano che ha dato il commissario e, entro ottobre, di poter contribuire per la nostra parte a vaccinare il quorum, per raggiungere l’immunità di gregge, quindi l’80% della popolazione” – ha spiegato Bonomi. Ha aggiunto: “è importante parlare al Paese per far capire qual è la direzione e quali sono i sacrifici che dobbiamo ancora chiedere. La via d’uscita – ha chiarito – potrà passare solo attraverso una campagna vaccinale, che riguardi il maggior numero di persone nel minor tempo possibile”. Bonomi ha evidenziato le difficoltà degli imprenditori e dei cittadini che, arrivati a questo punto della pandemia, in alcuni casi sono drammatiche. Ha aggiunto: “Sarà difficile, ma dobbiamo lavorare tutti insieme, l’industria italiana c’è e lo sta dimostrando anche in questo momento” – ha sottolineato il Presidente che ha fatto notare come “la disponibilità di vaccini sta diventando un tema geopolitico molto importante. L’Europa purtroppo ha fatto scelte sbagliate, contratti sbagliati, tanto che giustamente il presidente Draghi al Consiglio europeo è stato molto critico rispetto ad alcune gestioni. Questo ci mette in difficoltà perché’ molti Paesi usciranno prima dalla crisi pandemica e quindi potranno far ripartire le loro economie”.