« Torna indietro

zaia e nocini

Vaccino anti-Covid, al via sperimentazione a Verona. Pronto entro fine 2021

Pubblicato il 3 Agosto, 2020

Il vaccino anti-Covid 19, frutto della sperimentazione tra Università Spallanzani di Roma, Università di Verona e l’azienda biotech Reithera di Roma, sarà disponibile entro fine 2021.

Lo ha annunciato oggi il Rettore dell’università di Verona Pier Francesco Nocini, che questa mattina assieme al Presidente della Regione Luca Zaia e ai ricercatori del Centro Ricerche Cliniche (Prof. Oliviero Oliveri e Stefano Milleri), ha annunciato l’avvio della sperimentazione Fase 1 del vaccino anti-Coronavirus a Verona, approvata dall’Aifa.

Sono 90 i volontari che si sono offerti per testare il vaccino, 70 a Verona e 20 a Roma. La “fase 1” della sperimentazione del vaccino italiano si concluderà entro il prossimo mese di marzo, ma già a Natale potrebbero emergere i primi risultati, e per Natale 2021 potrebbe arrivare il vaccino. Questa la tempistica indicata da Stefano Milleri , direttore scientifico del Centro ricerche scientifiche di Verona.
    Lo studio prevede da fine agosto la somministrazione di dosi crescenti di vaccino dapprima su 45 soggetti sani dai 18 ai 55 anni, poi in altri 45 più “fragili” oltre i 65 anni. I soggetti verranno seguiti per 6 mesi, con la valutazione dei parametri vitali e della capacità di indurre la risposta immunitaria, come la produzione di immunoglobuline e dei linfociti B. Riceveranno la dose di vaccino al centro e rimarranno in osservazione per 6 ore. Poi dopo 2 giorni, una settimana e via via a intervallo più ampio. Ma in qualsiasi momento esisterà un medico reperibile 24 ore su 24 per loro. I primi 3 soggetti “sentinella” avranno la dose di vaccino allo Spallanzani, poi i successivi 12 a Verona.

Al momento nel mondo ci sono 25 vaccini in fase di sperimentazione, di cui 5 in fase 3.

Zaia, venerdì il piano di sanità pubblica. Presentando i dati quotidiani del bollettino regionale Covid, Zaia ha sottolineato che “Il Veneto è l’unica comunità in Italia che ha testato il 25% di tamponi rispetto alla popolazione, contro Regioni che hanno il 6%. Al momento ci sono 22 positivi in più rispetto a ieri. In isolamento abbiamo 4.090 persone. Oggi noi intercettiamo contagiati asintomatici, che sono circa il 70%, per cui facciamo una opera di ricostruzione del contagio. Forse siamo anche troppo virtuosi e per questo siamo penalizzati. Da ieri una persona ha perso la vita per un totale ad oggi di 2.076 decessi. I ricoverati sono 112, vi ricordo che il 18 maggio, quando abbiamo aperto tutto, ne avevamo 457 in più. Oggi clinicamente il virus negli ospedali non pesa. Il virus c’è, ci vuole attenzione, ma da 2.200 ricoverati fissi giornalmente siamo passati a 112 distribuiti nei 68 ospedali del Veneto, non nei Covid-centre. Oggi in terapia intensiva abbiamo 7 pazienti, di cui 4 positivi e 3 negativi. In Veneto abbiamo 464 terapie di base, portate a 825 durante l’emergenza, quindi abbiamo 7 posti occupati su su 464. Il virus c’è non bisogna abbassare la guardia. Nella classifica europea, l’Italia è la comunità con minore recrudescenza. Il che non vuol dire fare la festa della liberazione. Il 55% dei focolai che abbiamo in Veneto viene dall’estero, ma la situazione è sotto controllo. Non siamo in un lazzaretto. Da noi si vive normalmente. La sanificazione dei luoghi è una costante quotidiana. Venerdì’ vi presenteremo il piano di sanità pubblica. Oggi il virus non ha un mitragliatore ma è un ottimo cecchino. Vi ricordo che si è abbassata di 20 anni l’età media del contagio”.

About Post Author