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Veneto, concessioni balneari. Assessore al turismo: “Applicare la normativa europea ma è necessario condividere a livello decentrato i criteri con i quali indire le gare”

Pubblicato il 17 Novembre, 2021

17.11.2021 – “E’ necessario che il Governo legiferi in accordo con l’Unione Europea per arrivare alla scadenza del 2024 con le idee chiare e precise che riconoscano gli investimenti fatti in questi anni dai nostri operatori del turismo, prevedendo ad esempio una premialità. Serve, inoltre, avviare una mediazione su quali potrebbero essere i criteri con i quali verranno indette le gare, che considerino diversi fattori per trovare una soluzione reale per le migliaia di imprese balneari italiane e venete”.

Lo dice l’assessore al turismo della Regione del Veneto Caner, intervenendo il 16 novembre al tavolo interregionale sul Demanio Marittimo al quale ha partecipato anche il Ministro al Turismo, Massimo Garavaglia. Nel corso dell’incontro, anche da parte del Ministro è emersa un’apertura verso una richiesta di modifica della normativa che, a partire dal confronto con le Regioni, definisca in accordo con l’Europa come a partire dal 2024 verranno svolte le gare e secondo quali criteri, per non danneggiare chi ha investito nelle concessioni balneari.

“Le sentenze vanno rispettate ma abbiamo il dovere di tutelare i nostri concessionari e gli investimenti fatti nelle nostre spiagge – sottolinea Caner -. La gara non deve essere vista come una bestia nera, perché il mercato oggi chiede rinnovamento per continuare ad essere competitivi anche in ambito internazionale. Sulla proroga al 2033 avevo già forti dubbi e le gare oggi devono essere viste come un’occasione positiva e virtuosa sul fronte degli investimenti. In Veneto noi abbiamo la legge 33 del 2002 che, nel rilascio e nella variazione della durata delle concessioni, prevede già procedure comparative con criteri di valutazione che prevedono un piano di investimenti da parte del concessionario”.

“Questa norma regionale che, essendo conforme alla normativa comunitaria, non ha motivo di essere impugnata, permette ai comuni di andare a gara utilizzando anche strumenti analoghi alla finanza di progetto – spiega l’Assessore Veneto -. Questo, a mio avviso, potrebbe essere lo strumento dal quale iniziare a ragionare per tutelare i nostri imprenditori spingendoli a fare sistema, perché è chiaro ed evidente che le concessioni non sono un diritto divino. Gli operatori turistici del Veneto hanno già dato prova in questi anni di avere le caratteristiche per competere su un mercato più ampio, che chiede azioni concrete per dare ancora più slancio al comparto balneare, un segmento significativo dell’economia turistica del Veneto”

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