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Veneto, turismo invernale ancora in pandemia: opportunità per ripensarsi e ripartire

Pubblicato il 19 Gennaio, 2022

19.1.2022 – Ripartenza con il nuovo anno ancora segnata da una recrudescenza della pandemia da Covid 19 che ha in gran parte compromesso la tanto attesa stagione turistica invernale, sulla quale molte erano le aspettative degli operatori del settore.

La neve non si è fatta attendere, i dati sulla ripresa turistica c’erano stati, e le previsioni erano piuttosto ottimistiche. Ma l’aumento dei contagi ha rimesso in stand by un inizio stagione che si deve giocare il tutto per tutto nei prossimi due mesi.

 «Due i temi su cui puntare il focus da parte del comparto montagna – commenta Giovanni Derosas, CEO di HRM Consulting, PMI di consulenza sull’offerta turistica nata per supportare le imprese ricettive –: in primis la tanto agognata ripresa delle strutture ricettive che fatica a partire ma che, pensando al 2020, c’è in parte stata. Lo stop purtroppo resosi necessario in occasione delle recenti festività natalizie ha disatteso le buone previsioni e ha compromesso i buoni termini della ripresa. Ora è necessario concentrarsi sul resto dell’inverno. Le cancellazioni e le prenotazioni ‘last second’ non consentono alle strutture di progettare il futuro. Quindi come ripartire? Cosa fare quando tutto questo passerà?

Ed ecco il secondo importante tema su cui giocare la partita: questo periodo di stand by può essere importante opportunità per lavorare sul futuro, ragionare sulla propria situazione aziendale, realizzare sondaggi sulla segmentazione dei propri ospiti, capire e anticipare i trend per migliorare il prodotto e progettarlo per i prossimi anni che verranno. È certamente un lavoro impegnativo, sia in termini di tempo che risorse economiche, ma di fondamentale importanza per il futuro del turismo Veneto che comprende un tessuto economico e sociale molto importante non solo per il territorio, ma per tutto il Paese.»

 I dati del turismo invernale

Tracciando una previsione, la risalita dei contagi a seguito della variante Omicron prospetta il 2022 come un altro annus horribilis per il turismo italiano. L’osservatorio di Federalberghi riferisce che nell’anno appena concluso sono andate perse 148 milioni di presenze turistiche; in sintesi, cancellato un pernottamento su tre. Per quanto riguarda il turismo estero la perdita, stimata in 115 milioni di presenze perse, equivale alla cancellazione di una prenotazione su due. A soffrire di più è il comparto alberghiero, con un calo di presenze del 44,3%, rispetto al comparto extra-alberghiero (- 28,3%) (Dati Istat). Penalizzate le città d’arte, Venezia in primis, dove l’indice di occupazione degli hotel è sceso a -57% nel 2021, Napoli -43%, Firenze -56,1%, Roma -58% (dati Confindustria Alberghi).

Secondo i dati di Confcommercio, si sono registrati almeno 60 milioni di arrivi e 120 milioni di presenze in meno rispetto al 2019 e 13 milioni in meno di viaggi degli italiani all’estero. Solo per le vacanze tra Natale, Capodanno ed Epifania nel 2021, rispetto ai 25 milioni di partenze programmate, 5 milioni sono state cancellate e 5,3 milioni modificate riducendo i giorni di vacanza o scegliendo una destinazione più vicina, mentre 7 milioni di viaggi sono rimasti in sospeso.

Una nuova experience di turismo

Il 60 percento della clientela di HRM Consulting è legato alla montagna e su questa esperienza il CEO di HRM Consulting Giovanni Derosas, con i suoi collaboratori, ha saputo tarare un concetto di offerta turistica rinnovato per ripartire al meglio. Circa 25 le realtà turistiche di montagna alle quali HRM offre la propria consulenza, tra hotel strutturati, alberghi e ristoranti a conduzione famigliare e non, in diverse località quali San Vito di Cadore, Alleghe, Cervinia, Bormio, Livigno, Val di Fassa.

In Italia ci sono circa 35 mila strutture ricettive; 1.500 di catena, ovvero il 5 percento del totale. Il restante 95% è rappresentato da alberghi che appartengono a gruppi famigliari seppure strutturati come azienda: una ricchezza, un vantaggio per calibrare una accoglienza su misura. Ma questi due anni trascorsi tra stop, e aperture altalenanti hanno costretto l’intero comparto a ripensare e ricalibrare le proprie offerte turistiche, spesso avvalendosi di preziose consulenze, quanto mai necessarie per affrontare le fosche previsione per l’anno appena iniziato e soprattutto per giocarsi al meglio la partita dei prossimi mesi invernali nella ottimistica attesa delle celebrazioni del Carnevale e delle Festività pasquali.

Secondo HRM Consulting, la soluzione consiste nel cambiare e arricchire l’offerta a fronte di una lucida analisi delle proprie potenzialità. Non solo una stanza accogliente per dormire, ma offrire al turista tutto ciò che l’interno comparto Montagna mette a disposizione: cultura, mostre ed eventi, siti di interesse storico e monumentale, percorsi naturalistici, esperienze particolari come le passeggiate con le ciaspole o con i cani da slitta; esperienze didattiche sulle attività delle malghe e dei pascoli, ad esempio; esperienze di food ed enogastronomia imparando a conoscere tutti i prodotti che la montagna offre mediante visite guidate e percorsi didattici.

«Sembra un discorso ovvio, ma non lo è. Fare una completa ‘experience’ di ospitalità turistica di montagna significa fare rete con tutte le realtà collegate su quel territorio. Un arricchimento importante sia per la struttura ricettiva che appunto per i comparti collegati. Ma prima di tutto sono necessarie due azioni mirate e ben calibrate: Progettare e Pianificare. Progettare gli interventi e pianificare le attività sono concetti chiave che oggi, ancor più dopo l’esperienza della pandemia che ha costretto sempre più all’utilizzo del digitale, dobbiamo imparare ad usare nel migliore dei modi. Questa la strada che ci è stata indicata dal Covid – conclude Derosas – ma che davvero può diventare una opportunità preziosa per ripartire e risollevare un settore tra i più penalizzati.»

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