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Venezia, ieri la cerimonia in ricordo dei “Tredici martiri”

Pubblicato il 29 Luglio, 2021

29.7.2021 – Una corona d’alloro posta in corrispondenza della lapide che ricorda il sacrificio delle vittime giustiziate il 28 luglio del 1944 dai nazifascisti. S’è tenuta nel pomeriggio di ieri a Ca’ Giustinan la tradizionale cerimonia commemorativa dei “Tredici martiri”, alla quale ha preso parte, in rappresentanza del Comune di Venezia, il vicepresidente del Consiglio comunale Paolo Romor. Sono intervenuti anche esponenti del Comune di San Donà di Piave e attivisti delle sezioni Anpi di entrambe le città.

L’iniziativa, curata dall’Anpi, cioè l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Sezione “7 Martiri” di Venezia), ricorda le persone uccise per rappresaglia il 28 luglio di 77 anni fa, in risposta a un attentato compiuto dai partigiani due giorni prima a Ca’ Giustinian, palazzo allora sede della Guardia Nazionale Repubblicana. Una bomba, introdotta da un commando di partigiani, con la sua deflagrazione aveva tolto la vita a 13 persone tra militari della Gnr, ausiliarie, impiegati civili e militari tedeschi, e ne aveva ferite altre 30 circa. L’atroce risposta dei nazifascisti ha portato a prelevare dalle carceri veneziane 13 sospettati di far parte del movimento partigiano, fucilandole poi, la mattina del 28 luglio, sulle stesse macerie di Ca’ Giustinian. Le vittime erano quasi tutte di San Donà di Piave, tranne Giovanni Felisati, di Mestre, e Gustavo Levorin, segretario provinciale del Pci veneziano, originario di Padova. 

“Leggendo i nomi di questi ragazzi – ha dichiarato Romor – viene da pensare al fatto che fossero persone comuni, con una vita normalissima, che si sono trovate a vivere un periodo buio, un momento sbagliato della storia. Il loro sacrificio ci fa riflettere inoltre su quello che è arrivato dopo, sui diritti oggi inviolabili che anche grazie a loro ci sono riconosciuti.  E a ricordare la nostra Costituzione, ancora un modello per tanti nel mondo”.

“Veniamo da una fase in cui abbiamo vissuto sulla nostra pelle delle privazioni di libertà, a causa del Covid, che sono minime se paragonate a quegli anni. Eppure, ne abbiamo sofferto e continuiamo a soffrirne. Questo ci deve far ricordare sempre quanto fosse grave la situazione durante la guerra e quanto siano da elogiare uomini come questi 13 ragazzi che ci hanno garantito conquiste essenziali. E per i quali, è nostro compito, onorarne la memoria per noi e le nuove generazioni”, ha concluso Romor.

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