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Venezia, nuove norme sugli affitti extralberghieri? “Così si incrementa l’abusivismo”

Pubblicato il 29 Aprile, 2023

Maurizio Papa, vice presidente nazionale di Federalberghi extra e componente di giunta dell’Associazione Veneziana Albergatori

29.4.2023 – Preoccupano, in città, le intenzioni del governo sulle locazioni brevi. Il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha annunciato che entro maggio saranno pronte le nuove norme. Nelle scorse settimane erano emerse alcune proposte, tra le quali la limitazione al numero di giorni o l’obbligo di cambio di destinazione d’uso per le strutture.

Ipotesi che secondo Maurizio Papa, vice presidente nazionale di Federalberghi extra e componente di giunta dell’Associazione Veneziana Albergatori, metterebbero in crisi una buona fetta di attività presenti in città. A Venezia sono circa 48 mila i posti letto del settore “extralberghiero” (ben più della metà del totale dei posti disponibili) messi a disposizione in modo imprenditoriale e in buona parte da famiglie residenti che hanno scelto di affittare uno o più alloggi ai turisti.

“Il ministro sembra avere le idee chiare – commenta Papa – ed è fondamentale quindi che comprenda che le locazioni brevi sono spesso frutto di sacrifici da parte dei proprietari delle strutture e di chi le gestisce e che, a Venezia, grazie all’extralberghiero tanti palazzi sono stati risanati e ristrutturati. Non possiamo criminalizzare un’intera categoria, senza distinguere chi opera a livello professionale, quindi con partita Iva e con personale regolarmente assunto e che a fronte di un’attività regolare può anche aver contratto mutui e debiti, da chi invece non possiede la Partita Iva e opera in modo non professionale. Il problema esiste: la situazione è critica perché c’è un incremento esponenziale. Bisogna mettere dei confini nelle città d’arte ma le misure di cui si parla sarebbero invece delle pietre tombali anche per chi opera regolarmente in un settore, quello del turismo, che rappresenta una buona fetta del Pil”.

Entrando nel merito delle due ipotesi che il governo sta sviluppando, Papa spiega perché in una città come Venezia non sono perseguibili.

“L’obbligo a esercitare per un massimo di 120 giorni, da suddividere nell’arco annuale, non solo non va a risolvere il problema della residenzialità ma rischia di incrementare l’abusivismo. Chi vuole affittare ai turisti continuerà a farlo, esercitando regolarmente per un terzo dell’anno e in modo abusivo per gli altri giorni. Si mette inoltre in difficoltà chi deve procedere con i controlli”.

Il cambio di destinazione d’uso è un’altra strategia controproducente.

“Un vero e proprio errore che a Venezia si trasformerebbe in un disastro – aggiunge Papa -: le “locazioni brevi” sono strutture che non danno servizi alberghieri. Richiedere alle strutture un cambio d’uso per obbligarle a offrire tali servizi significa trasformare la città, procedere con interventi strutturali definitivi che renderanno ancora più impensabile un ritorno all’affitto residenziale”.

La strada da percorrere è quella dell’obbligo di operare con una gestione imprenditoriale, contrastando la concorrenza sleale: “Vanno certamente introdotte nuove norme igienico-sanitarie, verificando che le strutture garantiscano determinati standard, e poi è necessario mettere delle condizioni nella definizione di “attività imprenditoriale”, stabilendo per esempio l’utilizzo di lavanderia industriale e di gestione del check-in e delle pulizie tramite personale regolarmente assunto. Federalberghi extra e Ava lottano contro l’abusivismo che fa concorrenza sleale alle strutture alberghiere, non contro chi opera nella legalità. Per questo motivo abbiamo inviato alcune nostre proposte al governo, sperando che possano essere prese in considerazione al posto di quelle emerse nelle ultime settimane”.

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