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Vespa giapponese contro cimice asiatica. Così il trentino prova a salvare le sue mele

Pubblicato il 11 Giugno 2020

Dalla Cina importiamo ormai di tutto, dalla chincaglieria a poco prezzo ai giocattoli (spesso non a norma Ue), dall’abbigliamento lowcost – ma ad altissimo costo per la forza lavoro supersfruttata – ai virus pandemici. E dalla Cina importiamo anche insetti, spesso dannosi per le nostre colture. La mela trentina, prodotto per il quale è in corso l’iter per il riconoscimento del marchio europeo Igp, è sotto attacco ormai da anni. Responsabile della messa a rischio di questo prodotto d’eccellenza italiano, la cimice asiatica (Halyomorpha halys), insetto estremamente dannoso e (finora) ritenuto difficile da contenere.

L’antagonista biologico

Già, perché la cimice asiatica, capace di pungere i frutti in superficie fino a portarli alla distruzione completa, sta per cominciare la sua battaglia con un antagonista di tutto rispetto. Partiranno infatti la prossima settimana in oltre 40 siti trentini, i lanci di 12mila femmine di Trissolcus Japonicus, insetto di origine asiatiche già stanziale in Italia, del quale è stata verificata la capacità di sopraffare la ghiottissima cimice.

Uova di cimice asiatica

Con l’adozione il 9 giugno del Decreto del ministero dell’Ambiente che autorizza l’immissione in deroga di questo “agente di controllo biologico della cimice asiatica”  la Fondazione Edmund Mach conta di dare un colpo pesante al parassita cinese, pur avvertendo che per avere risultati stabili occorrerà attendere qualche anno. “I lanci verranno effettuati in concomitanza con il picco della deposizione delle uova da parte della cimice asiatica, quindi nei mesi di giugno-luglio in modo da massimizzare il successo dell’operazione”, spiegano i ricercatori della Fem, i quali assicurano che la vespa giapponese, che si riproduce a spese del suo ospite, deponendo uova all’interno delle uova della cimice asiatica, è assolutamente innocua per l’uomo e per le altre specie animali del territorio.