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gratta e vinci

Viene portato in tribunale dai colleghi per un Gratta e Vinci da 2 milioni vinto, perché dopo 4 anni incassa tutto da solo

Pubblicato il 9 Gennaio 2025

Portato in tribunale da due colleghi per non aver condiviso il premio di 2 milioni di euro vinto con un Gratta e Vinci, un piastrellista veneto riceverà l’intera somma da solo dopo essere stato assolto dai giudici quasi quattro anni dopo l’accaduto. Si tratta di Ricardo T., un 43enne di origine brasiliana che vive in Italia da tempo, dove ha costruito una famiglia e lavora nel Veronese.

L’uomo è stato scagionato lo scorso settembre poiché, secondo le motivazioni della sentenza rese pubbliche nei giorni recenti, non esiste alcuna prova scritta che dimostri che il biglietto fosse stato comprato congiuntamente dai tre, al di là delle dichiarazioni degli altri due e dei loro familiari stretti.

Secondo la giudice Sabrina Miceli, non ci sono prove sufficienti per ritenere che “l’imputato e le persone offese abbiano acquistato il biglietto in società”, motivo per cui ha assolto l’uomo con la formula “Il fatto non sussiste”. Tuttavia, per il Tribunale di Verona ci sono alcuni elementi che suggeriscono il contrario. Tra questi, il fatto che il biglietto non sia stato grattato subito dopo l’acquisto e insieme agli altri due. Il tagliando, infatti, era in possesso di una sola persona, nonostante i tre fossero poco più che colleghi, non amici intimi, che si incontravano occasionalmente al bar dopo il lavoro.


Secondo la giudice, le fotografie del biglietto e della festa presentate dagli altri due dimostrano solo una condivisione della gioia dell’uomo, il quale ha riconosciuto di aver promesso loro un generoso regalo di diverse decine di migliaia di euro.

“È verosimile che l’imputato abbia solo promesso alle due persone offese di fare loro un regalo in virtù del rapporto confidenziale che si era instaurato” scrive la giudice nelle motivazioni della sentenza riportatore dal Correrie del Veneto.