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Violenza sessuale su minore disabile, a processo patrigno

Pubblicato il 26 Gennaio, 2022

Dopo le storie di maltrattamenti in famiglia raccontate nei giorni scorsi, ancora un’inquietante vicenda di violenza sessuale tra le mura domestiche. L’episodio che stiamo per raccontarvi, però, ha una crudezza e virulenza che fa accapponare la pelle ancor di più del solito. E, non perché una violenza sessuale ha maggior peso di un’altra, ma semplicemente perché è stata perpetuata ai danni di un minore disabile. Un uomo di 35 anni, residente in un comune distante pochi Km. da Lecce, è finito a processo perché si sarebbe macchiato di atti sessuali con minore. Baci, palpeggiamenti, rapporti orali e rapporti anali. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Lecce.

Violenza sessuale su minore disabile, i fatti

Secondo le accuse l’uomo avrebbe compiuto ripetuti atti di violenza sessuale nei confronti del figlio della compagna convivente che, tra le altre cose all’epoca dei fatti, era un minore con disabilità. I fatti in questione si sarebbero ripetuti dal 2016 al gennaio 2021. L’ultimo episodio si sarebbe verificato l’8 gennaio dell’anno scorso, quando il patrigno avrebbe costretto il figliastro a consumare un rapporto orale ed anale. All’inizio della vicenda la vittima aveva 13 anni. L’accusa parla di numerosi abusi sessuali che la vittima avrebbe subito nella stessa casa in cui viveva con il nucleo famigliare e, quindi, anche con il patrigno, oltre che con la madre. Le indagini sarebbero partite quando il ragazzo ha avuto il coraggio di denunciare tutto proprio alla madre che avrebbe poi raccontato tutto alle forze dell’ordine. Da lì, l’inizio dell’indagine, coordinate dalla Procura della Repubblica, che hanno portato ad oggi ed al rinvio a giudizio per violenza sessuale ai danni del 35enne.

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