Pubblicato il 18 Giugno, 2020
Lo avevano promesso ieri i familiari delle vittime della Thyssen, che avrebbero continuato a lottare per avere giustizia. E già stamattina i parenti delle sette vittime si sono ritrovati di fronte al tribunale per protestare contro la misura presa dalla giustizia tedesca. La comunicazione sulla concessione della semilibertà, in Germania, per Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, i due manager tedeschi condannati per il rogo alla Thyssenkrupp di Torino che nel 2007 uccise sette operai, era arrivata ieri alla procura generale di Torino. Adesso con la semilibertà potranno lavorare di giorno, sempre per la ThyssenKrupp, e andare in carcere solo di notte e la procura di Essen ha previsto anche weekend di permesso da passare con le famiglie. Così stamattina i parenti delle vittime hanno improvvisato un sit in davanti al tribunale e poi sono stati ricevuti dal procuratore generale Francesco Saluzzo. “Ci sentiamo presi in giro, siamo partiti da sedici anni di carcere e non ne hanno fatto neppure un giorno”, hanno detto a Saluzzo. “Capisco che questa notizia rinnova il vostro dolore e vi lascia scontenti, ma non possiamo incidere sulla giustizia di un altro Stato”, ha spiegato il procuratore generale. Ma i familiari delle vittime della Thyssen hanno ribadito a Saluzzo la loro volontà si non arrendersi: “Se non basta quello che facciamo qui, andremo ad incatenarci a Roma”.
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