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varese ricorda willy

Willy ucciso: si parla di omicidio volontario

Pubblicato il 4 Febbraio, 2021

A coloro che uccisero Willy Monteiro Duarte non è più contestato l’omicidio preterintenzionale, ma l’omicidio volontario. Si ricorda che ognuno è innocente finché non viene provato il contrario, ma in una vicenda come questa le prove pesano. Parliamo di un terribile, brutale pestaggio, posto in essere a Colleferro nel settembre 2020, fuori da un locale. La Procura di Velletri tanto ha contestato a un Marco e Gabriele Bianchi, già noti alle Forze dell’Ordine. I colpevoli avrebbero dunque avuto l’intenzione di uccidere il ragazzo, e non semplicemente picchiarlo, senza lo scopo di togliergli la vita.

Per le altre due persone coinvolte nella vicenda, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, si formula la medesima accusa. E’ il testo di una nuova ordinanza di custodia cautelare, notificata oggi ai quattro indagati dai Carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Colleferro. Ecco il risultato di ulteriori attività di indagine: intercettazioni telefoniche ed ambientali, sommarie informazioni testimoniali e accertamenti vari. Ecco come sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati. Il nuovo provvedimento integra e modifica la misura cautelare emessa nel settembre scorso.

Morire per un amico: la biografia di Willy

Era un cuoco di origine capoverdiana, Willy Monteiro Duarte: è morto nel tentativo di difendere una persona. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito la Medaglia d’oro al valore civile alla memoria: «Con eccezionale slancio altruistico e straordinaria determinazione, dando prova di spiccata sensibilità e di attenzione ai bisogni del prossimo, interveniva in difesa di un amico in difficoltà, cercando di favorire la soluzione pacifica di un’accesa discussione. Mentre si prodigava in questa sua meritoria azione di alto valore civico, veniva colpito da alcuni soggetti sopraggiunti che cominciavano ad infierire ripetutamente nei suoi confronti con inaudita violenza e continuavano a percuoterlo anche quando cadeva a terra privo di sensi, fino a fargli perdere tragicamente la vita. Luminoso esempio, anche per le giovani generazioni, di generosità, altruismo, coraggio e non comune senso civico, spinti fino all’estremo sacrificio.»

Sebbene la vita valga molto di più di ogni onorificenza, morire in questo modo definisce un uomo e ne dimostra la caratura. Il Governo Conte, dopo i fatti, ha manifestato un’intenzione, in un decreto-legge. Si trattava di proporre una norma per l’innalzamento delle pene per il reato di rissa, con l’introduzione di un provvedimento amministrativo: il divieto di accesso dovrebbe essere disposto in determinati locali ed edifici pubblici, per i protagonisti di atti di disordine o violenza. (fonte: Ansa, Wikipedia)

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