Pubblicato il 31 Marzo, 2022
L’unico elemento per trovare l’assassino di una tredicenne era una traccia di Dna maschile, trovato sul suo corpo, in particolare sugli slip e sui leggings. Il Dna aveva permesso di risalire al nome dell’omicida, per mezzo del suo profilo genetico. Ora però quel Dna, chiamato convenzionalmente “Ignoto 1”, non è più disponibile. Yara Gambirasio scomparve Il 26 novembre del 2010, e fu ritrovata senza vita tre mesi dopo.
Yara Gambirasio: gli indagati per quanto accaduto al Dna Ignoto 1
La Procura di Venezia indaga da mesi su un giudice e una funzionaria del tribunale di Bergamo, con l’ipotesi di frode in processo e depistaggio. Il procuratore aggiunto Adelchi D’Ippolito, cui è affidato il fascicolo, ha iscritto nel registro degli indagati il presidente della Prima sezione penale del tribunale di Bergamo, Giovanni Petillo, e la funzionaria responsabile dell’Ufficio corpi di reato, Laura Epis. Nei mesi scorsi, i due hanno ricevuto l’avviso di proroga dell’indagine. Massimo Bossetti, dopo la condanna definitiva all’ergastolo per aver ucciso Yara Gambirasio, vuol chiedere una revisione del processo: ha presentato una denuncia, perché il caso sia riaperto. Peraltro, il muratore di Mapello si è sempre dichiarato innocente.
Yara Gambirasio: che fine ha fatto il Dna
Il Dna rinvenuto era conservato in cinquantaquattro campioni, ma la traccia non è più utilizzabile, perché “definitivamente esaurita”. Secondo la denuncia presentata uno dei legali di Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni, i campioni sarebbero “prima scomparsi e poi ricomparsi”, con l’ipotesi che siano stati conservati “in modo tale da farli deteriorare”.
L’articolo 375 del codice penale punisce un pubblico ufficiale “con la reclusione da tre a otto anni” se “al fine di impedire, ostacolare o sviare un’indagine o un processo penale” modifica un corpo di reato. La situazione peggiora se “il fatto è commesso mediante distruzione, soppressione, occultamento, danneggiamento, in tutto o in parte (…) di un documento o di un oggetto da impiegare come elemento di prova” e la pena diventa più severa.
Yara Gambirasio, danneggiamento dei campioni: sarà archiviazione?
Sulla base delle verifiche poste in essere a Venezia in merito a quanto accaduto a Bergamo ai campioni di Dna, secondo indiscrezioni, l’inchiesta dovrebbe essere prossima a essere conclusa, senza che emerga alcuna prova di comportamento doloso. In assenza della volontà di alterare le prove, sarà chiesta l’’archiviazione del fascicolo e Bossetti potrà opporsi, ove è competente il giudice del tribunale di Venezia.
Il legale: “Pendono altri due ricorsi in Cassazione per ottenere l’autorizzazione a riesaminare quei reperti”
Queste le parole dell’avvocato Salvagni: “Pendono altri due ricorsi in Cassazione per ottenere l’autorizzazione a riesaminare quei reperti, che però ancora non sappiamo in che condizioni siano e che tipo di danni possano aver subìto trasferendoli dall’ospedale San Raffaele, dove erano custoditi inizialmente, ai magazzini dell’Ufficio corpi di reato. L’obiettivo della denuncia di Bossetti è proprio di sapere se sono ancora utilizzabili o se qualcuno, magari interrompendo la catena del freddo indispensabile per la buona conservazione dei campioni, abbia compromesso per sempre la possibilità di effettuare dei nuovi studi sul Dna di ‘Ignoto 1′”.