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paolo zanchetta, troll

Zanchetta: “Je suis Silvia. Siamo tutti ristoratori”. La Troll non compensa più gli stipendi, la liquidità è finita

Pubblicato il 30 Ottobre, 2020

A luglio l’imprenditore legnaghese Paolo Zanchetta, titolare della Troll di Cerea, è stato intervistato da Nicola Porro a Quarta Repubblica e dal quotidiano Il Giornale per un’iniziativa coraggiosa e generosa: aver compensato gli stipendi dei suoi 35 dipendenti in cassa integrazione a causa del Covid. 

Da marzo a settembre, Zanchetta ha speso ben 143.894,40 euro, sottratti alla liquidità aziendale, per supportare i lavoratori della Troll, impresa specializzata nella produzione di schede elettriche di controllo per apparecchiature medicali e vending machines, con un fatturato di 8 milioni di euro l’anno e una ventina di clienti, tutti italiani.

Il tutto senza il minimo supporto da parte dello Stato, a cui Zanchetta ha dovuto addirittura pagare le tasse sulle compensazioni. 

“I lavoratori, sono loro l’azienda”, confessa Zanchetta, davanti a un piatto di pasta cucinato dal suo “Touch and embedded Analyst”, Federico. “Come vede qui siamo tutti una famiglia, cuciniamo, ci aiutiamo a vicenda. Come potevo lasciare i miei dipendenti in difficoltà mentre io ho un’auto che costa come un appartamento? La compensazione per me era la cosa giusta da fare. Avrei dovuto investire 150mila euro per acquistare due macchine marcatrici ma ho preferito dare questi soldi ai miei ragazzi per garantire loro uno stipendio pieno e la possibilità di pagare il mutuo e affrontare le spese di tutti i giorni”

A ottobre Zanchetta non potrà più compensare gli stipendi. Il fatturato è calato del 25% a causa del Covid, anche se l’azienda non si è mai fermata, nemmeno durante il lockdown. 

“A fine aprile eravamo in 3 qui a lavorare”, racconta Zanchetta, “Il lockdown è arrivato in un momento florido per la Troll, il fatturato a febbraio aveva registrato un aumento del 33% rispetto a febbraio 2019. Avevo i magazzini pieni, 4mila schede finite, 2mila in finitura, mi sono ritrovato con il fatturato acquisti e quello di vendita sbilanciati. Se ho potuto pagare le compensazioni è perché la mia azienda è ben capitalizzata, per due anni non ho distribuito utili. Ma ora anche io ho problemi di liquidità, dalle 450mile schede elettroniche vendute ogni anno, ora non arrivo a 250mila”. 

“Ho chiesto un finanziamento di 700mila euro per pagare stipendi e fornitori”, racconta, “Lo Stato dovrebbe garantire il 90% del finanziamento, ma in realtà tutto è sulle spalle dell’imprenditore, quindi il Governo si vanta di aver ideato un’iniziativa a sostegno delle aziende senza spendere nulla. Perché non si può chiedere un finanziamento del genere senza poterlo ripagare. Tanto vale chiudere l’azienda”.

Zanchetta prende il telefono e mi mostra un post su Facebook di una sua conoscente, Silvia, titolare di un’agenzia viaggi. Vedo una foto con la scritta “Io sto con il turismo”. 

“L’ho condiviso”, spiega Zanchetta, “perché siamo tutti Silvia. Io sono un ristoratore, un elettricista, un lavoratore del settore turistico… “Je suis Silvia” dovrebbe essere lo slogan di tutti”. 

Gli chiedo se condivide le proteste delle attività economiche colpite dal nuovo Dpcm. 

“E’ una perdita di tempo”, dice, “Io ho 56 anni, quando ho avviato la mia azienda 26 anni fa, non avevo niente. Solo una scrivania nella mia camera da letto. Ho fatto debiti, sacrifici, ho rischiato e sono arrivato ad avere oggi un’azienda di 7mila metri quadrati, con 10 ingegneri assunti. Io che sono un perito elettronico. Non ho mai fatto prima la cassa integrazione, nemmeno negli anni duri dal 2008 al 2010. Il disastro di oggi non l’ho mai visto prima. Questo è un Governo di incapaci, stanno andando a tentoni. Ho adeguato la mia azienda alle richieste di Roma. Ho speso più di 4mila euro per acquistare alcool, nebulizzatori per la disinfezione dei reparti. E il Governo cosa ha fatto? Ha fatto il bonus monopattini e ha comprato i banchi con le rotelle per le scuole. Per aiutare le attività economiche ad adeguarsi alle norme Covid ha messo a disposizione 200 milioni di euro che sono stati bruciati in pochi secondi e non tutti ne hanno usufruito”.

Comincio a fargli le domande che tutti si pongono.

Che cosa dovrebbe fare il Governo?

Proteggere tutto l’indotto, non solo le attività. Chiudere è impensabile. Che si gestisca chi non rispetta le regole anziché colpire tutti indistintamente con misure a macchia di leopardo. Ristoratori, proprietari di palestre, albergatori e gli altri piccoli imprenditori, hanno fatto investimenti per adeguare le loro attività alle normative anti-Covid. 

Se potesse inviare una lettera al Governo, cosa scriverebbe?

Che vadano a casa. Fate un gesto di coerenza, prendete atto che non siete all’altezza di gestire questa emergenza. E non è una questione di destra o sinistra. Conte è un avvocato prestato alla politica. Lo hanno scelto per non dare la poltrona a Salvini e Di Maio. Conte non ha ascoltato né gli imprenditori né le opposizioni. Ha fatto quello che ha voluto.

Cosa prevede per i prossimi mesi?

Non sono un virologo, ma penso che la recrudescenza del virus sia fisiologica, come l’influenza che a gennaio raggiunge sempre il suo picco. Non sono nemmeno un negazionista. Il virus è grave e aggressivo, ma non possiamo avere paura e pensare che il mondo si fermi. Io penso che questo Governo voglia tirare avanti a forza di Dpcm fino al semestre bianco. Stanno facendo terrorismo per mantenere lo stato di emergenza fino a giugno, quando scadrà il mandato di Mattarella.  

Lei riesce a dormire la sera?

Io dormo pochissimo. Ho troppi pensieri legati al mio lavoro. Perché noi imprenditori non possiamo fare niente, possiamo solo subire.

Sembra che questa emergenza Covid sia una scusa per distruggere l’economia italiana…

E’ cosi. L’Italia è una portaerei nel Mediterraneo, è fisiologicamente strategica. Il nostro territorio e le nostre azienda fanno gola a Cina, Francia e Germania. Guardi solo il porto di Taranto: lo stanno svendendo ai cinesi. 

Cosa  pensa dei virologi?

Che non è possibile che non siano d’accordo tra loro. Troppe opinioni e troppo discordanti.

E della Cina? Pare che il Covid sia scomparso da loro

Per me non la raccontano giusta. Chi fa il danno per prima sa come l’ha creato e come risolverlo. Io credo che abbiano già un vaccino e abbiano vaccinato tutti. 

E’ vero che sta pensando di trasferire l’azienda in Austria?

Sì. Anche se ora non è il momento giusto. Ho da poco investito 1 milione e 400mila euro per cambiare due linee di montaggio, ho assunto due nuove persone. Ma è un pensiero fisso per me. In Austria le tasse sono molto più basse del 55% dell’Italia. Il paese offre poi strutture e convenzioni a prezzi prossimi allo zero per imprese tecnologicamente avanzate. Si faccia due conti… 

La nuova macchina acquistata dalla Troll per produrre le schede di memoria

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