A “Presa Diretta” la Mala Università e la storia, tra le altre, del vittoriese Giambattista Scirè, diventato simbolo del fallimento della meritocrazia e della lotta ai concorsi truccati

Leggi l'articolo completo

Questa sera alle 21.20 su Rai3 il viaggio della trasmissione televisiva Presa Diretta nel mondo delle università italiane, per capire se i concorsi pubblici con i quali vengono selezionati i professori servono a scegliere i migliori oppure quelli che “dovevano” vincere. Le nostre università sono ancora fabbriche di cultura? Riescono davvero a promuovere lo sviluppo delle capacità e delle competenze? E come funziona all’estero, dove si sono trasferiti molti dei nostri ricercatori e professori?

L’attenzione dell’inchiesta sarà puntata proprio sulla Mala università, cioè il sistema di potere accademico che gestisce, condiziona e pilota la governance e il reclutamento negli atenei italiani, con un focus speciale sulle realtà dove la magistratura, in particolare alcune Procure (Catania, Firenze, eccetera) e alcuni Tribunali amministrativi regionali, a seguito di importanti denunce e ricorsi fatti da alcuni coraggiosi docenti associati di Trasparenza e Merito, hanno emesso e pronunciato sentenze epocali che hanno creato una giurisprudenza amministrativa in ambito universitario che sta letteralmente cambiando il volto del sistema, ma soprattutto hanno svolto indagini approfondite, dimostrando e certificando i meccanismi perversi della Mala università, incentrati su linguaggi, modalità e logiche molto spesso pseudo-mafiose.

Si partirà proprio con la storia Giambattista Scirè, nato a Vittoria, laureato all’università di Firenze dove ha conseguito poi il dottorato in storia contemporanea, che nel 2011 ha visto sfumare la cattedra in Storia bandita dall’università di Catania in favore di un’architetta, per la quale era stato costruito il solito concorso “su misura”. Non si è arreso, e con la sua battaglia contro la piaga della “Mala Università” – su cui ha scritto anche un libro – da protagonista nel ruolo della vittima si è fatto portabandiera di un’azione pubblica per la trasparenza dei concorsi a cattedra ben più ampia. Ebbene: dopo anni di lotta ha ottenuto la proroga del contratto da ricercatore in Storia contemporanea. Dal 1 febbraio ha preso servizio presso l’ateneo nella sede di Ragusa. “Finalmente – dice – e lo farò a testa alta”.

Ha riottenuto il contratto, ma ci sono voluti due lustri con tre ricorsi al Tar vinti, uno al Consiglio di Giustizia, una sentenza penale e della Corte dei Conti. “La battaglia riparte da qui, spero sia d’esempio ai troppi che subiscono tra timori e sfiducia. – ha detto Scirè – Ed ecco che oggi, con 7 anni di ritardo, dopo l’ennesima sentenza non eseguita (luglio 2021), dopo l’ennesima diffida e denuncia (ottobre), dopo l’ennesima scorribanda mediatica (a novembre con la troupe di Presa diretta della Rai), finalmente l’obiettivo che ho sempre perseguito con ostinazione, e per il quale, in cuor mio, non ho mai perso la speranza, è stato raggiunto: il rettore Priolo, seppure in estremo ritardo, ha promosso l’attivazione della proroga, la sede distaccata di Ragusa ha così votato all’unanimità a favore della proroga del mio contratto, lo stesso ha fatto il dipartimento di scienze umanistiche di Catania al quale essa afferisce, consentendo al senato accademico e al consiglio di amministrazione di deliberare per la proroga. Ho allegato 2560 pagine di relazione sull’attività didattica e di ricerca svolta al 31 dicembre 2014: la commissione ha prorogato. Touché.”

“Questo esito – continua il ricercatore – che è una chiara ammissione di colpevolezza da parte dell’ateneo, non cancella affatto il danno da me patito. Tutti i colleghi che all’epoca vinsero il posto in quella tornata concorsuale, come avrei dovuto vincere anche io se il mio concorso si fosse svolto correttamente, o quanto meno se l’ateneo, dopo, avesse eseguito correttamente le sentenze dei tribunali, oggi sono divenuti professori associati, quindi docenti di ruolo. Perché hanno potuto produrre, pubblicare, lavorare, conseguire l’abilitazione scientifica nazionale, a differenza mia, impegnato a tempo pieno con le carte dei processi. Può mai un cittadino affrontare il calvario di anni di ricorsi e denunce per vedersi riconosciuta la ragione soltanto dopo sette lunghissimi anni? Non dimentico, posso anche perdonare, ma non dimentico.

Leggi l'articolo completo
Angela La Terra

Recent Posts

Incidente nel Salento. Camion esce fuori strada e sfonda il muro di cinta di un’abitazione, ferito conducente

Dopo quelli registrati nei giorni e nei mesi scorsi, ancora un incidente nel Salento. Un…

14 ore ago

Sardegna: in 165 mila si rivolgono ai maghi e spendono 88 milioni di euro all’anno

I numeri, messi nero su bianco dall’Osservatorio antiplagio, evidenziano che la Sardegna sia al 15esimo…

15 ore ago

Monza, il figlio prende una nota e il padre colpisce con testate il maestro

Prende a testate il maestro del figlio. E' successo all'interno di una scuola di Monza.…

15 ore ago

Lecco: è morto il 33enne ferito mentre faceva canyoning

Non ce l'ha fatta. E' morto il 33enne che ha avuto l'incidente mentre praticava canyoning.…

16 ore ago

Asia, vittima di hater a 14 anni per il tumore: Mattarella le commenta un post su Instagram

"Asia ho visto il tuo video e sei bravissima! Complimenti per la tua forza e…

16 ore ago

Puff Daddy picchia l’ex fidanzata: il video choc

Lei cerca di raggiungere l'ascensore dell'hotel. Lui la raggiunge e la aggredisce brutalmente, prendendola a…

17 ore ago