La polizia e i tecnici informatici dell’Agenzia delle Entrate stanno indagando per accertare se l’agenzia sia stata vittima, così come si teme, di un attacco hacker con il quale sarebbero stati sottratti circa 78 giga di dati.
Al momento, secondo quanto si apprende, non sarebbero state trovate evidenze ma sono in corso tutti gli approfondimenti al termine dei quali sarà inviata una informativa all’autorità giudiziaria.
L’agenzia delle Entrate spiega che sono in corso delle verifiche ed è stato chiesto l’intervento di Sogei, la società che gestisce le infrastrutture tecnologiche dell’amministrazione finanziaria.
LockBit ha annunciato di aver rubato dati e ha chiesto un riscatto. L’ultimatum scade tra cinque giorni. Se entro quel termine non verrà pagato il riscatto — è la minaccia — i documenti sottratti – tra i quali rapporti finanziari e contratti – saranno pubblicati.
“È la conferma – dice il Ceo di Swascan, piattaforma di cyber security, Pierguido Iezzi – del triste primato guadagnato da LockBit, divenuta nell’ultimo trimestre di gran lunga la cybergang più attiva a livello mondiale nelle attività di ransomware (un programma informatico dannoso, ndr), con oltre 200 attacchi messi a segno tra aprile e giugno”.
“Il ransomware – prosegue – continua a essere la principale arma dei criminal hacker e, di conseguenza, il principale pericolo per aziende pubbliche e private”.
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