Livorno, striscioni di contestazione contro Alessandro Borghese: “Non sei il benvenuto”

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Una nuova polemica investe Alessandro Borghese, che in questi giorni si trova a Livorno per girare una puntata del suo programma “Quattro Ristoranti”, come testimoniano le foto postate sul suo profilo Instagram.

L’accoglienza non è stata delle più calde, anzi, in diverse zone della città sono spuntati diversi striscioni contro lo chef che recitavano così: “#Cercasi schiavo #Mai più sfruttamento. Chef Borghese: il lavoro si paga sempre!! A Livorno non sei il benvenuto”.

L’attacco del sindacato Usb Livorno

Contro Alessandro Borghese si è scagliato il sindacato Usb di Livorno che, dopo aver pubblicato sulla sua pagina Facebook le foto degli striscioni comparsi in città lo scorso 8 giugno, ha rilasciato un post al veleno: “CHEF BORGHESE A LIVORNO…LAVORARE GRATIS IN UN RISTORANTE NON E’ “GAVETTA” MA SFRUTTAMENTO. STRISCIONI IN VENEZIA NELL’AMBITO DELLA CAMPAGNA USB “CERCASI SCHIAVO”.

Da questa mattina, nel quartiere Livornese della Venezia, si aggira una troupe di sky al seguito del famoso chef Borghese. Una visita in città per girare alcune riprese all’interno di 4 ristoranti. Lo stesso chef Borghese che qualche mese fa esordì con alcune frasi in difesa di quei ristoratori che decidono di non pagare i propri dipendenti in quanto “devono imparare” un mestiere.

Vorremmo ricordare a Borghese che il lavoro gratuito (e nel nostro Paese esiste in diversi settori) si chiama sfruttamento. Il lavoro si paga, sempre…Nell’ambito della campagna USB “Cercasi schiavo” abbiamo affisso alcuni striscioni di denuncia. Slang Usb Livorno”.

Le frasi “incriminate” di Alessandro Borghese?

Da dove nasce questo astio nei confronti dello chef? Da un’intervista rilasciata qualche tempo fa, durante la quale Alessandro Borghese raccontò la sua esperienza da giovane cuoco: “Oggi i ragazzi preferiscono tenersi stretto il fine settimana per uscire con gli amici e, quando decidono si provarci, sono arroganti, si sentono già arrivati e pretendono di ricevere compensi importanti”.

Ha poi espresso dei concetti che hanno scatenato un’ondata di polemiche: “Sarò impopolare, ma lavorare per imparare non significa necessariamente essere pagati. Io lavoravo sulle navi da crociera con soli vitto e alloggio riconosciuti. Mi andava bene così perché l’opportunità valeva lo stipendio. Oggi ci sono ragazzetti senza né arte né parte senza alcuna devozione al lavoro”.

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Redazione Nazionale

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