Al Corriere della Sera si racconta con molta onestà. A dire di sì a Milly Carlucci ci ha messo poco, “Una decina di secondi”, ammette
“A un altro programma avrei detto no, ma ballare è una cosa opposta alla mia personalità, quindi una sfida. Ad aprile mi sono lasciato con la mia ragazza dopo 12 anni e lei mi chiedeva sempre di portarla a ballare. È la sola cosa che non ho mai fatto perché mi fa quasi paura. Ora ci voglio provare”, spiega.
Lorenzo lavora con suo padre, in produzione.
Un lavoro, quello di attore hard, che lui ha deciso di non fare: “Magari ci avrei pensato se avessi vissuto gli anni Ottanta, ma oggi proprio no. Il mondo è cambiato. Infatti quando papà mollerà e mollerò anch’io. Il suo stile di far riprese non mi piace tantissimo. Lo supporto ma quando smette dico basta anche io e lì dovrò capire cosa fare. Al momento stiamo lavorando a una piattaforma educazionale, che si rivolge anche a chi non vuole lavorare nel settore, con un corso sulla sessualità”.
Ansia da prestazione per essere il figlio di Rocco Siffredi non ne ha mai avuta.
C’è solo una cosa che non sopporta: “Non amo quando mi chiedono come è essere suo figlio, è una domanda che vale per ogni figlio». Per le critiche invece non c’è problema. È pronto a riceverne altre da ballerino: «Le prendo benissimo perché servono da stimolo e sotto stress do il meglio. Solo le telecamere mi mettono un po’ d’ansia”.
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