Cantiere fermo al reparto ostetricia del Dono Svizzero di Formia: la denuncia dei sindacati

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La Fials Latina ha diffuso nelle scorse ore un comunicato col quale intende denunciare la gravissima gestione del cantiere, fermo da oramai troppo tempo, presso il reparto di ostetricia/ginecologia dell’ospedale Dono Svizzero di Formia, che “sta creando clamorosi e preoccupanti criticità”. 

“Suddetto cantiere – si legge nella nota – avrebbe dovuto dotare il reparto ostetricia di una sala parto, ambiente fondamentale per garantire un‘assistenza in totale sicurezza sia per la madre che per il bambino, ma i lavori iniziati nell’ottobre 2022, che sarebbero dovuti durare sei mesi, ad oggi, invece, sono fermi senza conoscerne il motivo e senza sapere se e quando riprenderanno. 

Quello che è ancor più grave è la forte condizione di disagio cui il personale tutto si trova a dover vivere ogni giorno causa la forte riduzione degli spazi che non consente di lavorare in sicurezza, non permette una adeguata sanificazione causa ingombro corridoio e spazi attigui e, ancor piu grave, non permette di rispettare al meglio quella che è la privacy delle pazienti! 

L’apertura del cantiere ha comportato: una riduzione delle stanze di degenza a due e quindi una forte riduzione dei posti letto; La perdita della vecchia sala parto che ha obbligato il personale a dover improvvisare una sala parto di emergenza in quella che era una stanza di degenza, dove gli spazi, la privacy e l’igiene vengono meno; Perdita della sala travaglio; Si è stati costretti a spostare il nido ed improvvisare anche questo in una stanza di degenza, con conseguenti spazi ristretti e compromissione della sicurezza. Si è perso tutto lo spazio destinato a magazzino,(dai presidi, ai farmaci, alla biancheria) e quindi si è costretti ad ammassare il tutto lungo il corridoio, creando luogo idoneo ad una gara ad ostacoli”. 

“Fials Latina – si conclude il comunicato – chiede ai vertici aziendali di attivare urgentemente tutte le misure utili al ripristino dei lavori, comunicare il cronoprogramma degli stessi al fine di garantire la sicurezza lavorativa di ogni professionista ed evitare potenziali contenziosi ed, inoltre, che venga salvaguardata quella che è la figura della donna in un momento così intimo quanto delicato”.

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Lidano Orlandi

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