Catania, infermiere “frustrato” per i trasferimenti uccide due pazienti con un mix letale di farmaci

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Secondo gli inquirenti, l’infermiere avrebbe ucciso i due pazienti per una insoddisfazione nei confronti dell’Azienda Ospedaliera a causa di alcuni trasferimenti di reparto nell’ospedale Cannizzaro di Catania.

È questa l’ipotesi emersa dall’inchiesta, l’infermiere 50enne, Vincenzo Villani Conti, (nella foto d’apertura dal profilo facebook) è stato arrestato a Catania con l’accusa di duplice omicidio.

I fatti

Tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 due pazienti dell’ospedale, due donne di 65 e 81 anni, sono morte ad alcune settimane di distanza tra loro, nel reparto di Medicina e chirurgia dell’ospedale dove l’infermiere Villani Conti era stato chiamato in servizio e durante i turni di notte.

I familiari molti insospettiti delle cause del decesso dei loro parenti avevano giustamente chiesto di fare luce sulla morte dei loro congiunti, dando vita a una lunga e complessa indagine della Squadra Mobile di Catania e della Procura del capoluogo etneo che ha richiesto una serie di analisi, consulenze medico-legali e accertamenti tecnici.

Proprio dagli accertamenti tossicologici, disposti dalla Procura dopo la riesumazione dei cadaveri, è emersa la presenza di dosi massicce di farmaci controindicati per le patologie di cui soffrivano le vittime, ovvero diazepam midazolam, dosi letali, visto che a distanza di diversi mesi dalla morte, sono state ritrovate nei tessuti delle vittime tracce significative dei farmaci.

La ricostruzione dei Pm catanesi

Dalle ricostruzioni dei Pm catanesi l’uomo avrebbe commesso due omicidi premeditati prendendo di mira due pazienti fragili che non potevano difendersi dato il loro stato di salute. A spingere l’uomo a commettere i delitti sarebbe stata la sua “frustrazione” per alcuni trasferimenti non desiderati da un reparto all’altro e la voglia di vendetta contro l’ospedale. “Ha ucciso due persone per una sorta di insoddisfazione nei confronti dell’Azienda Ospedaliera” afferma infatti il Gip, motivando l’arresto in carcere con la pericolosità sociale dell’indagato.

L’uomo si voleva vendicare contro l’ospedale e non ha manifestato alcun rimorso, anzi il giudice ha sottolineato che l’infermiere ha agito secondo uno “schema seriale e programmatico” scegliendo le sue vittime “in stato di sofferenza e incoscienza fisica”.

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Redazione Nazionale

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