È il senso del decreto cautelare monocratico del Tar del Lazio, in risposta alla richiesta con la quale il Codacons sollecitava l’accertamento dell’illegittimità del silenzio serbato da Agcom sulla diffida presentata il 23 febbraio scorso nonché per l’accertamento della fondatezza della pretesa di rispetto delle norme sul pluralismo informativo; contenente anche la richiesta alla stessa Autorità d’imporre alla rete televisiva e a Fabio Fazio di annunciare o mandare in onda un video, durante l’intervista, per rendere noto ai telespettatori il contenuto della vicenda relativa alla stessa Ferragni.
Il presidente di sezione del Tar, ritenuto che il pregiudizio paventato “rivesta carattere meramente ipotetico, in quanto sostanziato da condotte aventi futura collocazione temporale e non preventivabile contenuto”, ha escluso che possa procedersi allo stato “alla somministrazione (quantunque veicolata da un intervento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) di regole di condotta, quanto allo svolgimento di una trasmissione televisiva, chiaramente esulanti dai poteri dispositivi dell’adito giudice amministrativo”, anche perché comunque “incidenti su interessi aventi primaria tutela costituzionale, quali la libertà di espressione e la tutela della riservatezza”.
Peraltro, secondo il Tar, “comportamenti eventualmente posti in essere in violazione delle vigenti regole ordinamentali presidianti il carattere di correttezza, completezza ed imparzialità dell’informazione televisiva, ben si prestano ad essere, dalla competente Autorità, vagliate al fine dell’adozione – in presenza, ovviamente, dei necessari presupposti – dei previsti provvedimenti di carattere repressivo e/o sanzionatorio”.
L’effetto: istanza cautelare urgente respinta e fissazione per la trattazione collegiale del ricorso la camera di consiglio del prossimo 13 marzo.
“Temiamo che, come avvenuto con la vergognosa intervista sul Corriere della Sera, in assenza di contraddittorio Chiara Ferragni potrà dire ciò che vorrà a Che tempo che fa, e magari continuare a derubricare le gravi scorrettezze messe in atto dalle sue società sui casi del pandoro Balocco, delle uova di Pasqua e della bambola Trudi come fake news o semplici errori di comunicazione, ingannando così i telespettatori che da casa assisteranno alla trasmissione, e con la complicità di Fabio Fazio, notoriamente incline ad assecondare i propri ospiti evitando qualsiasi domanda scomoda”, così il Codacons commenta il decreto monocratico del Tar del Lazio.
“Vedremo cosa accadrà domenica 3 marzo – si legge in una nota dell’associazione – e, in caso di scorrettezze, se l’Agcom non adotterà provvedimenti il Tar potrà intervenire per decidere eventuali sanzioni”.
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