Cna Veneto: «L’autonomia non fine a se stessa»

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“Condividiamo le parole del Ministro Boccia sulla necessità che tutte le forze politiche si assumano la responsabilità di dare attuazione il prima possibile al progetto dell’autonomia differenziata. La nostra Regione potrebbe beneficiare di una leva inedita per stimolare la crescita economica e aumentare il livello di competitività delle imprese. Abbiamo sempre detto che l’autonomia non deve essere fine a se stessa, ma uno strumento per lo sviluppo: un mezzo per le Regioni di intervenire in maniera mirata e più incisiva sul gap infrastrutturale che penalizza le imprese, per incrementare l’attuale esigua dotazione di risorse per investimenti e sviluppo economico, per sostenere l’economia produttiva nei necessari percorsi di innovazione”. Così il Presidente della CNA del Veneto Alessandro Conte in merito alle dichiarazioni del Ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia in visita questa mattina a Palazzo Ferro Fini, sede del consiglio regionale del Veneto.

“Tanto più in questa fase in cui ogni Regione è chiamata a fare la propria parte per rilanciare il proprio territorio e la propria economia – gli fa eco il segretario della CNA del Veneto Matteo Ribon – per questo vediamo nell’autonomia un atto di responsabilità da parte delle Regioni. Il covid19 ci ha dimostrato come nelle situazioni di crisi ognuno sia chiamato a fare la propria parte, sapendo però che è possibile uscirne solo facendo squadra”.

Mancano quasi 1,7 miliardi di spese per investimento rispetto al 2008

Secondo il rapporto ‘Autonomia per lo Sviluppo’ presentato da CNA Veneto nel 2019 gli ultimi vent’anni dimostrano come l’attuale gestione delle risorse abbia inciso in maniera negativa sulle economie regionali, in modo particolare per il nord Italia. I tagli ai trasferimenti hanno avuto ricadute evidenti sui bilanci regionali: nei consuntivi per l’anno 2017 di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto mancavano quasi 1,7 miliardi di spese per investimento rispetto al 2008. Inoltre al decennio passato le spese per lo sviluppo economico (artigianato; fiere, mercati, commercio interno; industria e fonti di energia; ricerca scientifica) sono state tagliate di 168 milioni in Veneto. 

“Il raggiungimento di un maggiore autonomia legislativa, amministrativa e finanziaria può senz’altro rappresentare una marcia in più per accorciare il gap del Veneto dalle regioni europee più competitive – continua Ribon – Prima del Covid la nostra Regione figurava all’ottavo posto tra le principali in Europa per quota delle esportazioni sul PIL (oltre il 38%), livello leggermente inferiore solo a quello del Baden-Württemberg. Oggi la percentuale ha risentito fortemente dell’impatto dovuto alle misure per il contenimento dell’epidemia. E’ dunque necessario invertire la rotta rispetto agli ultimi anni che hanno visto una penalizzazione delle risorse destinate agli investimenti e allo sviluppo economico”.

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Paolo Favaretto

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