L’avvocatura in Italia ha una lunga tradizione e diventare avvocato è ancora un’aspirazione di molte persone che stanno per iscriversi all’università. Secondo i dati forniti dal Censis e Cassa Forense gli avvocati in Italia nel 2022 sono 241,830, de quali il 94,3% è attivo sul mercato. Parliamo di circa 4,1 avvocati per ogni 1.000 abitanti. Può sembrare un numero molto alto, ma in realtà la professione trova molti sbocchi lavorativi, dal pubblico impiego alla libera professione, dalle attività nei tribunali alle consulenze in azienda.
Negli anni infatti la professione si è evoluta e i campi di applicazione delle competenze in tema giuridico si sono ampliati. Basti pensare ad esempio alla necessità per molte attività di affidarsi a consulenti legali per la cybersecurity, o al bisogno nel settore di risorse umane di avere un team di avvocati per lo studio dei contratti di lavoro, soprattutto con il sempre più frequente ricorrere allo smart working. Diventare avvocato apre dunque a numerose opportunità e, come numerose professioni, non smette mai di innovarsi.
In questo articolo scopriremo come si diventa avvocato e qual è la strada da percorrere per perfezionare nel tempo la professione.
Per diventare avvocato bisogna conseguire una laurea magistrale in giurisprudenza. Ci si può iscrivere prima alla laurea triennale in giurisprudenza e poi completare il percorso con il biennio di specializzazione, oppure accedere direttamente alla magistrale a ciclo unico con la classe di laurea relativa a giurisprudenza LMG-01. Il corso di laurea si può frequentare nelle università tradizionali e anche presso gli atenei telematici come Unicusano, che consentono agli studenti di seguire le lezioni utilizzando il metodo di apprendimento dell’e-learning. Il corso completo dura cinque anni e consente di apprendere i fondamenti della legislatura e del diritto italiani e di approfondire alcuni aspetti legali che possono essere in futuro utili allo svolgimento della professione.
Dopo la laurea in giurisprudenza, per diventare avvocato è obbligatorio svolgere un periodo di pratica forense presso uno studio legale che risulta iscritto all’albo da almeno 5 anni. Il tirocinio è la prima occasione per mettersi alla prova sulle conoscenze acquisite durante l’università e un momento di apprendimento anche pratico della professione, che consente di arrivare preparati all’esame di stato. Il praticantato dura 18 mesi e durante questo periodo, l’aspirante avvocato dovrà partecipare ad almeno 20 udienze ogni sei mesi. Nei primi sei mesi di tirocinio dovrà presentarsi alle udienze con il proprio dominus, trascorsi i 6 mesi può anche andare da solo. La presenza alle udienze viene registrata sul libretto della pratica e sul verbale dell’udienza. La pratica forense può essere sostituita anche svolgendo altre attività, tra le quali:
Dal 31 marzo 2022, secondo quanto previsto dal DM n. 80 del 9 giugno 2020, gli aspiranti avvocati sono inoltre obbligati a frequentare anche dei corsi formativi obbligatori su diverse tematiche del diritto e sostenere anche un esame finale.
Completato il percorso di pratica forense si può accedere all’esame di abilitazione per diventare a tutti gli effetti avvocato. Le modalità di svolgimento sono cambiate dallo scoppio della pandemia e per l’anno in corso l’esame prevede una doppia prova orale. La prima è di tipo pratico-applicativa ed è incentrata sulla risoluzione di un caso giuridico; la seconda è invece una dissertazione di 45-60 minuti su 5 materie scelte dal candidato.
Una volta superato l’esame di abilitazione ci si potrà iscrivere all’albo degli avvocati e in contemporanea alla Cassa Forense per il versamento dei contributi. A questo punto si può svolgere a tutti gli effetti la professione o come libero professionista o come associato in uno studio con altri colleghi.
L’avvocato può svolgere sia la professione individuale sia partecipare a concorsi per svolgere attività nella pubblica amministrazione o anche al ministero della giustizia. Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dichiarato che nel 2023 sono previste 50.000 assunzioni nella Giustizia e, per ridurre i tempi di attesa delle sentenze e la lentezza dei processi, si sta lavorando a norme semplificative che aiutano anche i professionisti del settore. Non bisogna infine dimenticare che gli avvocati sono richiesti anche come consulenti presso le aziende e presso gli enti pubblici per risolvere questioni legate ai contratti, alla gestione della privacy e al controllo della sicurezza informatica.
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