Il Municipio X ha annullato il concerto di Niko Pandetta, il cantante neomelodico in passato vicino ad ambienti di Cosa Nostra e nipote del potente boss Salvatore cappello, pezzo da novanta della mafia catanese al 41 bis dal 1993. Ad annunciare l’annullamento dell’evento finito al centro delle polemiche è stata la presidente Giuliana Di Pillo, su Facebook: “Ho dato disposizione agli uffici di predisporre tutti gli atti necessari per l’annullamento del concerto del 17 settembre 2021 di Niko Pandetta presso l’X Village. Fermo restando che gli spettacoli che si svolgono all’interno del Villaggio dello sport dovrebbero essere comunicati all’ Amministrazione per una valutazione e che tutto ciò non è avvenuto, ritengo che l’esibizione del cantante in questo territorio non sia affatto opportuna né in linea con l’offerta culturale del Municipio”.
Netta la presa di posizione e l’accusa del presidente Di Pillo di essere stata tenuta all’oscuro dalla Club Eventi Asd di Eugenio Marchina, società che gestisce la manifestazione “Villaggio dello sport – X Village”, finanziata dal Municipio con avviso pubblico da 35mila euro. Ad ogni modo con lo stop al concerto il M5s di governo si toglie da un imbarazzante caso politico: la prefettura aveva aperto un fascicolo per fare accertamenti sul concerto e non è un segreto che era intenzionata ad annullarlo di imperio se non fosse intervenuto il Municipio. E anche l’Osservatorio della legalità della Regione guidato da Gianpiero Cioffredi ha chiesto al M5s di annullare il concerto di un cantante che ha dedicato la sua hit di maggior successo allo zio, tra i più potenti boss di Cosa Nostra catanese ancora oggi temuto per le vie del capoluogo etneo, e non ha mai nascosto ammiccamenti alle famiglie affiliate alla potente cosca dei Cappello.
“La mafia non esiste, non so cos’è”, dichiarava alle telecamere di Non è l’arena a dicembre di due anni fa. Poi a maggio una dichiarazione di scuse il giorno dopo che la Commissione antimafia presentava a maggio di quest’anno una proposta di legge contro l’apologia di mafia da parte di cantanti. Adesso lo stop al suo concerto a Ostia “Le responsabilità del cantante catanese derivano dall’aver elevato lo zio mafioso a modello ed esempio di vita”, spiega Gianpiero Cioffredi presidente dell’Osservatorio per la Legalità della Regione.
Fonte: La Repubblica
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