Le confessioni choc di Gabriele Bonci, il “Michelangelo della pizza”: “Ho fatto cose assurde in passato…”

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Gabriele Bonci è uno chef romano che ha trasformato la pizza al taglio in una vera prelibatezza, fino a diventare uno dei personaggi più noti e conosciuti della gastronomia a livello internazionale. Vogue America lo ha definito addirittura il “Michelangelo della pizza” eppure, nonostante tanta gloria, Bonci in un’intervista a Luca Casadei nel podcast “One More Time” ha confessato che ha vissuto un periodo molto buio della sua vita.

Lo chef, lanciato in tv con la “Prova del cuoco”, è diventato un personaggio conosciutissimo in Italia e nel mondo, ma il successo non è stato sufficiente per evitargli alcuni sbandamenti nel corso della vita che potevano essergli fatali.

Le confessioni agghiaccianti di Gabriele Bonci: “Una volta ho mangiato sonniferi e…”

Luca Casadei, dopo aver esplorato la carriera di Bonci, si è concentrato su aspetti più intimi e ha chiesto allo chef se ha paura della morte, e lui ha risposto con sincerità: “Purtroppo non ho paura della morte, purtroppo c’ho anche giocato tantissimo con la morte”.

Dopo questo sinistro preambolo, racconta di alcuni inquietanti episodi del suo passato neanche troppo recente: “Nel 2017 ho avuto un infarto, ho due stent al cuore e quando stavo male, di depressione ho tentato, insomma, di farla finita in qualche modo”.

Proprio la depressione lo ha spinto sull’orlo del baratro: “Ho mangiato sonniferi e mi sono messo a dormire su una finestra, un cornicione al nono piano. Ringraziando Dio la mattina stavo ancora su quel cornicione, ma se poco poco mi giravo, mi sarei fatto nove piani. E lì un po’ mi ha messo paura. Adesso sto veramente bene, sto centrato”.

La dipendenza dalla droga

Bonci ha confessato che ha dovuto combattere con molti demoni, tra cui la dipendenza dalla cocaina, dalla quale per fortuna ne è uscito: “Sia ben chiaro, è un anno è tre mesi che non uso nulla”. Confida però che il rischio di ricadere nel buco nero persiste: “Combatterò fino alla morte quella sostanza. Per me e per gli altri. È devastante, purtroppo sta vicino a te quando hai una dipendenza. Ce l’hai vicino come pensiero. È un tuo demone, un tuo errore e va tenuta fuori”.

Oggi ha voltato pagina e ammette: “Sto bene. A Dio ho sempre chiesto ‘mischia e tormenta’ non ho mai chiesto il successo. Oggi sto molto bene perché sto nella mischia e nel tormento”. Si sente rinato e per raccontare la sua rinascita utilizza la farfalla come metafora: “La farfalla è la cosa più bella al mondo, vengono tutte da un grande dolore. E io una farfalla voglio diventare e quindi devo soffrire. Sono felice del mio dolore. Voglio diventare una farfalla per vivere un giorno solo bene”.

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Redazione Nazionale

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