Controlli in carcere. Detenuti sorpresi con microtelefoni, sim e hashish

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Dopo le aggressioni, i suicidi e le violenze di ogni tipo, arrivano una serie di controlli in carcere che scoperchia un vaso di pandora che, purtroppo, era abbastanza prevedibile. Tre microtelefoni, di cui uno dotato anche di microcamera, nonché tre sim card ed hashish. Sono stati questi gli oggetti ritrovati in possesso di alcuni detenuti nel carcere di Lecce. Erano nascosti nelle celle di tre detenuti del carcere di Borgo San Nicola a Lecce. L’operazione è stata portata a termine da alcuni uomini del reparto di Polizia Penitenziaria di Lecce che, all’alba di ieri, hanno fatto visita alle stanze all’interno della casa circondariale di Lecce. L’operazione e i controlli in carcere effettuati dei baschi azzurri è il risultato di una paziente e minuziosa attività di monitoraggio e di controllo durata mesi, eseguita grazie alla dedizione ed all’alto senso del dovere degli agenti penitenziari, che – nonostante la grave carenza di personale che già li costringe a turni lunghi ed estenuanti – hanno impavidamente affrontato un servizio che per alcuni di loro ha richiesto quasi 24 ore di lavoro ininterrotto.

Controlli in carcere, le dichiarazioni della Penitenziaria

Durante l’ispezione e i controlli in carcere, un detenuto è stato sorpreso mentre stava cercando di ricaricare l’apparecchio manomettendo il televisore, mentre gli altri due avevano occultato i telefoni nelle parti intime per impedirne il rinvenimento. Tentativo che, però, è risultato infine vano. “Il fenomeno dei cellulari in carcere è una falla nel sistema penitenziario risolto solo in parte dalla norma penale recentemente introdotta per contrastare l’introduzione clandestina, la detenzione e l’uso abusivi dei cellulari in carcere” riferiscono dal carcere di Lecce. “Sembra ancora più forte, infatti, l’idea di restare impuniti grazie ai progressi della microtecnologia, che ha fatto diventare questi dispositivi sempre più piccoli e facilmente occultabili. Le comunicazioni illegittime tra carcere e società libera possono rappresentare un serio pregiudizio per l’ordine e la sicurezza pubblica”. L’operazione della polizia penitenziaria leccese ha ricevuto il plauso della Direzione del carcere e del Comando di Lecce.

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Carmelo Dimitri

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