Costa Concordia, la versione di Rossella Schettino: “De Falco non capì la situazione”

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“A distanza di 10 anni”, Gregorio de Falco dovrebbe tenere un “religioso silenzio” sulla vicenda o, avere uno slancio intellettuale che gli farebbe solo onore, ammettendo che nella concitazione degli eventi avrebbe potuto non comprendere che la nave si era abbattuta”.

Parole pesanti quelle di Rossella Schettino, figlia di Francesco che allora era comandante della Costa Concordia. In una lunga intervista rilasciata all’Ansa, racconta la sua verità e chiede silenzio per l’anniversario della tragedia.

“E’ sotto gli occhi di tutti che mio padre sta scontando la pena in un silenzio religioso, nel rispetto delle vittime, invito anche gli altri a fare altrettanto” – dice Rossella Schettino – se esiste una scala di misurazione del dolore per quanto accaduto, credo che il mio sia il più prossimo a quello di coloro che sono stati colpiti negli affetti più cari”. E per questo, conclude, “rinnovo la mia più sincera e sentita vicinanza alle vittime espressa da mio padre al processo”.

Le critiche di Rossella Schettino vanno dritto dritto contro Gregorio De Falco, l’ex ufficiale della Guardia Costiera attualmente senatore che la notte del naufragio della nave coordinò la prima parte dei soccorsi. L’uomo del “salga a bordo ca….” , della telefonata che tutti ricordano dell’1,46. E su questo dice: E’ incomprensibile che nell’immediato dell’incidente sia stata diffusa la sola telefonata dell’1.46 e non siano stati resi noti anche gli audio delle 0.17 e delle 0.30″. Quelle telefonate proverebbero – secondo Rossella Schettino – “sia l’improvviso abbattimento della nave sia le richieste di mio padre di dirigere i soccorsi sul lato – dove a causa dello sbandamento della nave – erano cadute persone in mare. Lo specchio d’acqua tra la costa e il lato della Concordia inclinato verso il mare non è stato pattugliato, quantomeno fino all’1,46, orario in cui mio padre, di fronte alla nave abbattuta, ricevette la telefonata di De Falco che, come evidenziato dai contenuti delle sue richieste, sembrerebbe che ancora non avesse capito che la nave era semiaffondata e piegata sul lato destro”.

“Se le due comunicazioni fossero state rese note ribadisce la figlia di Schettino – si sarebbe subito chiarita la dinamica dei fatti che hanno causato l’uscita fuori bordo di mio padre e di tutti quelli che si trovavano sul lato destro della Concordia”.

Rossella Schettino, conclude l’intervista spiegando come “la comunicazione che la nave fosse semiaffondata dal lato di dritta “fu trasmessa sul canale 16 di soccorso anche alla sala operativa di Livorno dove si trovava De Falco sulla motovedetta G 104 della Guardia di Finanza, per seguire visivamente quanto stava accadendo e gestire i soccorsi a distanza”. E dunque, dice: “E’ mai possibile che la motovedetta G104 oltre al messaggio diffuso sulla frequenza di soccorso alle ore 0.17 che annunciava che la nave si stava abbattendo e pertanto intimava a tutte le imbarcazioni di allontanarsi dalla Concordia, non abbia mai fatto capire in modo chiaro e incontrovertibile a De Falco che la nave era abbattuta e affondata sul lato destro?”.

Ricordiamo che nel naufragio della Costa Concordia esattamente 10 anni fa (13 gennaio) morirono 32 persone; oggi Francesco Schettino, condannato a 16 anni e un mese di reclusione, sta scontando la pena nel carcere romano di Rebibbia.

Il comandante venne arrestato subito e poi scarcerato. La sua versione dei fatti non convinse i magistrati che gli contestarono la difformità del suo racconto confrontato con i dati della scatola nera e con alcune testimonianze difformi dalla sua ricostruzione.

Schettino, detenuto modello

Condannato a 16 anni, l’ex comandante frequenta dal carcere corsi universitari in legge e giornalismo. A chi gli chiede del naufragio dice: “Non dimentico le trentadue vittime, ma nemmeno di essere stato trattato come un capro espiatorio”.

Domani, venerdì 14 commemorazione a Grosseto

“Per non dimenticare” è il titolo dell’evento commemorativo in programma domani 14 gennaio al Teatro degli Industri di Grosseto per il decennale del naufragio. L’evento è stato organizzato dal Tribunale di Grosseto in collaborazione con i Comuni di Grosseto e dell’Isola del Giglio, l’Ordine degli avvocati di Grosseto, la Fondazione Polo universitario grossetano e Tv9. Nel corso del convegno, che vedrà la partecipazione degli studenti, verrà ricostruito il racconto del naufragio e della generosità degli abitanti del Giglio che si prodigarono a soccorrere i naufraghi.

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Redazione Nazionale

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