Covid-19: il green pass salva i raccolti, non soltanto il turismo

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Oltre al turismo l’arrivo del green pass europeo salva i raccolti Made in Italy con l’arrivo di lavoratori europei specializzati nelle attività di raccolta nelle campagne italiane fermati alle frontiere dall’emergenza Covid. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’arrivo da metà giugno del green pass europeo per turisti e lavoratori annunciato dal premier Mario Draghi. Un documento importante per consentire la libera circolazione dei lavoratori – sottolinea la Coldiretti – in un momento in cui sono in pieno svolgimento le campagne di raccolta della frutta e della verdura e tra poco inizierà la vendemmia e poi la raccolta delle olive. Con il pass green le frontiere Ue si aprono – precisa la Coldiretti – a circa 150mila lavoratori stagionali comunitari provenienti da Romania, Polonia e Bulgaria e altri Paesi europei, in un momento importante per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari. La comunità di lavoratori agricoli europei più presente in Italia – spiega Coldiretti – è quella rumena con 98.011 occupati, ma tra gli europei ci sono tra gli altri soprattutto polacchi e bulgari. Si tratta di lavoratori che spesso da anni collaborano per garantire professionalità ed esperienza alle imprese agricole italiane e che ogni anno attraversano il confine, per poi tornare nel proprio Paese. In questo contesto – sostiene la Coldiretti – è necessario superare il ritardo accumulato per l’emanazione del decreto flussi 2021, che dovrebbe portare nelle campagne dello Stivale altri 18mila lavoratori extracomunitari, ma anche risolvere le difficoltà burocratiche che ostacolano l’impiego dei lavoratori italiani, in una situazione di difficoltà in cui si trovano altri settori economici. “L’agricoltura italiana può offrire opportunità di lavoro, ma serve un piano per la formazione professionale e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “serve anche una radicale semplificazione, che possa ridurre la burocrazia, garantire flessibilità e tempestività del lavoro stagionale in un momento in cui tanti lavoratori di altri settori sono in difficoltà”.

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Redazione Nazionale

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