Covid-19, Sileri: “Un lockdown per tutta l’Italia per quattro settimane in questo momento io non lo vedo utile”

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Come è noto, in Italia sono stati superati i 100.000 morti da Coronavirus. Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, è intervenuto ad Agorà su Rai3 dopo l’allarme lanciato dal Comitato tecnico scientifico, che dal canto suo ha chiesto misure più severe. Sileri ha detto no al lockdown nei weekend, sebbene si prevedano controlli più stretti: questa la sua autorevole opinione. Andrebbero “prima rafforzati i controlli, affinché non ci siano assembramenti. Questa è la strategia più di buon senso, poi se hai una città o un’area della regione dove le terapie intensive si stanno intasando è chiaro che lì devi chiudere, ma soltanto lì. In altre aree dove ciò non avviene, posto che hai già bloccato il passaggio da una regione all’altra, si può rafforzare sicuramente qualcosa. Ma un lockdown per tutta l’Italia per quattro settimane in questo momento io non lo vedo utile. Laddove i contagi corrono, la zona rossa va fatta – ha spiegato il sottosegretario Sileri – ma non vedo perché vada penalizzata la parte dell’Italia dove il contagio è sotto controllo”. E ancora: “Non possiamo paragonare questo periodo al periodo natalizio – ha osservato – a Natale ci sono 15 giorni di festività, c’è lo shopping, le persone escono. In questo momento non è così. La strategia migliore, ora, è ampliare la vaccinazione con la prima dose, e sicuramente misure più restrittive, laddove servono, creando delle zone rosse chirurgiche più o meno ampie, a seconda dell’andamento del contagio. Abbiamo un sistema dei colori che funziona”.

Sileri: “Siamo nel pieno della terza ondata e abbiamo un milione e mezzo di dosi ferme nei frigoriferi

“Siamo nel pieno della terza ondata e i contagi continueranno a salire – ha precisato – per questo già da un po’ di tempo chiedo di aumentare il numero di vaccinazioni, somministrando una sola dose e ritardando la seconda di due o tre settimane“.  Secondo Sileri la strategia da attuare adesso è questa. “Abbiamo un milione e mezzo di dosi ferme nei frigoriferi in attesa di fare la seconda dose – ha osservato –
ma l’evidenza scientifica mostra che già la prima dose dà una immunità sufficiente a proteggere dalla malattia. Quindi ritardare la seconda dose per gli altri vaccini in questo momento è ragionevole, confidando nelle consegne crescenti che ci saranno nei prossimi mesi“. (fonte: Agi)

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Redazione Nazionale

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