Covid, Vittoria e Modica con i Pronto Soccorso in ginocchio

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A Vittoria e Modica l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid19 sta, letteralmente, piegando i Pronto Soccorso degli ospedali che, già da anni, erano in affanno per enormi problemi di carenza di personale. Gli operatori sanitari attualmente in servizio sono costretti a turni estenuanti e, in molti, ormai non prendono le ferie da anni. Ciò a discapito della lucidità nell’operato, creando così rischi per la salute dei pazienti e per la responsabilità medico-legale di medici e infermieri.
A tutto ciò si è aggiunto l’immenso carico di lavoro del covid, a cominciare dalla procedura dei tamponi che costringono, inoltre, ad allungare i tempi d’attesa dei pazienti e il loro accesso nell’area di emergenza.
Al p.s. di Vittoria sono rimasti in servizio solo sei medici sui tredici previsti. Situazione in ulteriore peggioramento visto che, di recente, ha rinunciato all’incarico un medico di pronto soccorso vincitore del concorso bandito lo scorso anno.
All’ospedale ‘Maggiore’” di Modica sono rimasti in servizio quattro medici su una pianta organica di tredici.
Con questi numeri l’emergenza/urgenza diventa quasi impossibile da garantire..
L’ASP7 aveva tentato di metterci una toppa, disponendo il distacco dei medici internisti ma, non si capisce bene il perché, anche questo tentativo non ha sortito i frutti sperati.
Successivamente, si è proceduto con le c.d. prestazioni aggiuntive, cioè attività aggiuntive pagate come extra. Ma l’allarme permane nonostante ciò. Sul fronte infermieri la situazione è un po meno tragica ma non certo rosea.
Si invocano, da più parti, i concorsi per assumere nuovo personale. Lo scetticismo circa la carenza di medici che farebbe andare deserti i bandi potrebbe essere superato guardando all’esempio dell’ospedale San Marco a Catania che ha “rimediato” ben ventotto medici per il pronto soccorso.
Bisognerebbe anche intervenire sul fronte delle mobilità che consentirebbero il rientro vicino casa di tanto personale meridionale attualmente costretto a lavorare al nord.
Ciò nonostante, i pronto soccorso ipparino e della contea, hanno garantito, grazie agli immensi sforzi dei lavoratori, buoni risultati sulla gestione degli accessi e dei letti, ma questo di sicuro non deve far abbassare la guardia, prima che la situazione si complichi ulteriormente.
In conclusione, alcuni operatori sanitari da noi interpellati, rivolgono un accorato appello alla cittadinanza affinché collabori utilizzando razionalmente i servizi sanitari.
“Occorre che l’utenza – afferma Pippo Scuderi, infermiere e presidente dell’associazione Idea Liberale – non utilizzi in maniera impropria i servizi di emergenza e urgenza. Troppo spesso accade che si utilizzi l’ambulanza per saltare la fila nell’accesso al pronto soccorso o nella prenotazione di esami specialistici. La conseguenza di questi comportamenti è che ci ritroviamo i ps intasati da controlli pressori o banali influenze stagionali, e ambulanze che ritardano a intervenire su pazienti gravi perché occupate a trasportare banalità. Occorre recuperare – conclude Scuderi – un corretto dialogo col medico di famiglia e/o i punti di primo intervento, che consentirà di ottimizzare ai giusti livelli le prestazioni sanitarie per i cittadini italiani e gli stranieri residenti sul territorio”.
Quindi solo con un rinnovato patto fra sanità e utenti si potrà recuperare una corretta cura della salute.

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Gianluca Vallerossa

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