Tra poco meno di un anno si voterà per rinnovare l’Assemblea Regionale Siciliana ed eleggere il Presidente della Regione. Nello Musumeci, Presidente uscente, ha dichiarato che intende ricandidarsi. Il 27 ottobre del 2017, nel corso di un evento pubblico, aveva detto: “Se sarò eletto dopo cinque anni mi ritirerò. Andrò in campagna a fare il contadino”. Adesso, in nome della “coerenza” tipica di molti politici, pare abbia già fatto stampare i volantini per novembre 2023. Fosse solo questo, potremmo passarci sopra. Ma vi è molto altro. Nel suo programma del 2017 aveva promesso di risolvere il problema dei rifiuti: fallimento totale. Aveva promesso le riforme sull’acqua, sui consorzi di bonifica e sui forestali: non pervenute.
Si era impegnato a riformare la burocrazia regionale: silenzio assoluto. A memoria di uomo è l’unico Presidente della Regione che in tutti e cinque anni del suo mandato non è riuscito a fare approvare il bilancio alla scadenza prevista dalla legge. Pertanto, ancora una volta, si andrà all’esercizio provvisorio. A questo punto è lecita la domanda: perché i siciliani dovrebbero votarlo nuovamente?
Per quanto mi riguarda la questione non è di schieramento, bensì di capacità, competenza ed efficienza. Musumeci ha dimostrato di non possedere nessuna delle tre. Aveva ragione un suo anziano camerata di partito, adesso non più vivente, il quale in un momento di confidenza personale mi disse: “Musumeci, politicamente una nullità!”. Ed ho i testimoni, essi ancora viventi.
Enzo Guarnera
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